Sanità di Ponente, tante parole nessuna certezza
Questo pomeriggio il confronto in videoconferenza tra i sindaci Biancheri, Ingenito, Scullino e il presidente della Regione Giovanni Toti
Sanremo. Punto sanità locale questo tardo pomeriggio a Palazzo Bellevue tra i sindaci Alberto Biancheri, Vittorio Ingenito (Bordighera), Gaetano Scullino (Ventimiglia) e il presidente della Regione e assessore con delega Giovanni Toti, collegato in videoconferenza da Roma dove si trova per impegni istituzionali. Assente il presidente della Provincia e sindaco di Imperia Claudio Scajola. Al tavolo hanno partecipato anche i vertici di Asl1, il direttore generale Silvio Falco, il direttore sanitario Mauro Maccari e quello amministrativo Elisabetta Nigi.
A convocare la riunione odierna era stato il primo cittadino di Sanremo, in qualità di presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl1 Imperiese. Al centro del vertice la situazione degli ospedali provinciali, con particolare riferimento al pronto soccorso e punto nascita di Sanremo, quindi il Saint Charles di Bordighera in fase di privatizzazione. Tema dibattuto è stata anche la carenza cronica di medici su cui Biancheri ha rilanciato con la proposta di costituire un fondo regionale per aumentare gli stipendi degli specialisti e degli infermieri, così da favorirne l’arrivo in Liguria, sul modello sperimentato di recente da Valle D’Aosta e Piemonte. «Il sistema sanitario della Valle D’Aosta è assolutamente non paragonabile a quello ligure, – ha replicato Toti -. Stiamo lavorando per inserire delle incentivazioni ai medici dei pronti soccorso per tutte le Asl del territorio».
«Ho chiesto questo consesso per fare il punto sulla sanità, tema che negli ultimi mesi sta preoccupando un po’ tutti – ha continuato il sindaco di Sanremo -. In Asl1 stiamo assistendo ad una fuoriuscita di professionisti, a fronte di concorsi per assumerne che nella metà dei casi vanno deserti. Oltre agli incentivi, si potrebbe pensare ad una foresteria per i medici da mettere a disposizione a prezzo calmierato. Sul punto nascite, Sanremo non può essere tradita: mi auguro riapra in primavera, vedremo se come unico punto a livello provinciale oppure no. I patti in questo senso erano chiari e devono essere rispettati», ha concluso Biancheri.
«La carenza dei medici è tema strutturale a livello nazionale. L’unica risposta sistemica può arrivare dallo Stato, – ha replicato sempre Toti -. Resta una mia volontà riaprire il punto nascite di Sanremo, nella consapevolezza che nella provincia di Imperia non potranno esserci due centri, così come, se le proiezioni demografiche non cambiano, anche in provincia di Savona non si potrà reggere la tenuta di due reparti a partire dal 2023.
Ospedale Saint Charles. Sempre Toti: «Due anni di pandemia hanno mutato la situazione rispetto a quando era stata bandita la gara. E’ un nostro dovere giuridico arrivare ad un accordo con il privato per consegnare la struttura. Stiamo negoziando per mantenere un livello di funzioni piuttosto significativo. Ove non dovesse essere possibile arrivare a perfezionare il contratto, ci saranno dei profili di responsabilità che la Regione farà valere. Saltasse la privatizzazione, il nosocomio di Bordighera certamente non sarà nulla di paragonabile a quello di cui stiamo parlando con il subentro della gestione privata. Chiedo ai sindaci di lasciare lavorare con serenità i nostri tecnici. La riapertura dell’ospedale di Bordighera non deve essere un tema politico».
Da parte di Ingenito e Scullino è stata espressa “soddisfazione” per le parole del presidente della Regione. «Notizia positiva per Bordighera che la trattativa per il Saint Charles stia andando avanti. Invito il presidente a perseguire con tenacia la ricerca di una soluzione», – ha spiegato Ingenito -. «Mi ritengo molto soddisfatto di quanto comunicato sul Saint Charles, – ha aggiunto il collega Gaetano Scullino -. Mi auguro che la trattativa si possa chiudere il prima possibile perché per noi è essenziale l’ospedale di Bordighera. Sono stato al pronto soccorso di Sanremo dieci giorni fa e la situazione non è semplice. C’è bisogno di un secondo punto di prima emergenza».
Ospedale unico di Taggia. Conclusione di Toti: «Sono in corso di ultimazione le pratiche urbanistiche. E’ chiaro che la costruzione potrà avvenire solo a conclusione della procedura di esproprio portata avanti dal Comune di Taggia e previo accordo con il governo». I tempi non sono ancora chiari. Tante parole. Nessuna certezza.