Condanna definitiva

Massacrò a coltellate il medico Giovanni Palumbo, la Cassazione conferma condanna a 30 anni

La soddisfazione delle parti civili rappresentate dall'avvocato Marco Bosio: «Giusto tributo alla memoria di un uomo morto da eroe»

Marco Bosio

Roma. La Prima Sezione della Corte di Cassazione di Roma ha confermato la sentenza di condanna a 30 anni di carcere per Vincenzo Mercurio, 56 anni: l’ex commerciante ambulante di Ventimiglia che il 27 settembre 2018 uccise il medico legale Giovanni Palumbo, 61 anni, colpendolo con numerose coltellate nel suo studio di via Fratti a Sanremo.

La Suprema Corte ha rigettato la richiesta dei legali di Mercurio, che avevano impugnato la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Genova, contestando l’aggravante della premeditazione. La giuria popolare, in secondo grado di giudizio, il 22 giugno del 2021 aveva infatti confermato la condanna a trent’anni di carcere comminata in primo grado, con rito abbreviato, il 6 marzo 2020. Il massimo della pena (previsto dal rito abbreviato) per un delitto che fu crudele e premeditato. A dirlo è una sentenza che oggi è diventata definitiva.

PREMEDITAZIONE. L’aggravante tecnicamente più complessa da dimostrare, in quanto non direttamente correlata al numero di coltellate inferte contro un uomo disarmato e colto alla sprovvista, qual era Palumbo al momento dell’aggressione, è stata confermata.

PARTI CIVILI. Grande la soddisfazione delle parti civili, la famiglia dello stimato professionista (moglie e due figli) e l’ordine dei medici, rappresentati in tutti i tre gradi di giudizio dall’avvocato Marco Bosio. «Siamo soddisfatti, soprattutto per la figura di Gianni Palumbo – dichiara il legale – Una figura eroica: quella di un uomo ucciso nello svolgimento della sua attività professionale». Palumbo, ha ricordato il noto penalista «è caduto a causa del suo rigore e del suo amore per la propria professione. E’ morto per questo».

Mercurio, quasi completamente cieco, ha sempre imputato il suo stato ad un errore medico. Una vicenda nella quale Palumbo era, secondo il killer, colpevole di una mancata perizia che gli avrebbe consentito di percepire un risarcimento pecuniario per i presunti danni subiti. Questo il motivo per cui, in preda alla rabbia e armato di coltello, l’ex commerciante era salito su una corriera e da Ventimiglia aveva raggiunto Sanremo. Si è recato nello studio di Palumbo e quando quest’ultimo gli ha aperto la porta si è trovato davanti un assassino, arrestato poco dopo dai carabinieri con ancora i vestiti sporchi di sangue.

[Nella foto l’avvocato Marco Bosio]

 

 

 

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