L’ultimo decreto del vescovo Suetta, battesimi e cresime senza padrini e madrine
Periodo transitorio fino al 1° settembre. «Come possiamo ammettere chi si dice credente non praticante?»
Sanremo. «Considerato che nell’odierno contesto socio-ecclesiale la presenza dei padrini e delle madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede, viene sospesa per un periodo di tre anni, a partire dal 1° di giugno, la presenza di padrini e madrine nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo e della Cresima». A stabilirlo è il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo monsignor Antonio Suetta.
Il dettame è inserito nell’ultimo decreto firmato dal vescovo diocesano nella giornata di ieri. Stando ai dettagli della norma canonica, è previsto un periodo transitorio, dal 1° di giugno al 1° settembre, termine oltre il quale non saranno ammesse più eccezioni. La presenza di madrine e padrini sarà comunque garantita nel solo specifico caso del Battesimo di bambini affidati o dati in adozione a persone dello stesso sesso unite di fatto o civilmente.
Il decreto viene emanato con la formula “ad experimentum” e “ad triennium”, ovvero in via sperimentale, per un periodo di applicazione di tre anni. «La mia non è l’unica iniziativa del genere in Italia, anzi è stata condivisa da diversi vescovi che credono nell’importanza assoluta del padrinato, – commenta monsignor Suetta -. La questione investe due prospettive troppo distanti e difficili da conciliare nella concretezza: da una parte c’è un’indicazione assolutamente importante del padrino e della madrina che devono avere un compito non limitato alla celebrazione, ma effettivamente di accompagnamento esemplare nella vita del cresimato o battezzato, cosa che purtroppo accade rarissimamente».
«Per giunta, si pone il problema di una mancanza di requisiti, perché chi si candida al ruolo di madrina o padrino sovente compie delle scelte di vita incompatibili con il credo cristiano. Come possiamo ammettere al ruolo di padrino e madrina chi si dice credente non praticante? Essere credente ma non praticante è una contraddizione in termini. La fede è relazione, se essa non si vive non può essere una relazione. Poi ci sono situazioni più specifiche, come le irregolarità matrimoniali che diventano difficili da gestire. Per questi ed altri motivi, ho deciso, di comune accordo con altri vescovi in Italia, di sospendere la presenza di padrini e madrine nelle cerimonie di conferimento dei Sacramenti, in attesa di capire come poter preparare al meglio un percorso che veda queste due figure coinvolte in un reale cammino di fede», – conclude Suetta.