Moto da corsa

La storia del motociclismo spagnolo ad Ospedaletti

Le moto da corsa spagnole furono le ultime a debuttare sulla scena del motomondiale, nel periodo in cui si corse ad Ospedaletti

Motociclismo spagnolo ad Ospedaletti

Ospedaletti. Le moto da corsa spagnole furono le ultime a debuttare sulla scena del motomondiale, nel periodo in cui si corse ad Ospedaletti. La prima moto a mettersi in evidenza fu la Montesa 125 Sprint del 1954, una derivata con motore monocilindrico a due tempi, tra le prime con la carenatura in plastica per ridurre il peso. Conquistò il secondo, terzo e quarto posto al Tourist Trophy del 1956, guidata da Cama, Gonzales e Sirera.

Le case spagnole privilegiarono i motori a due tempi di piccola cilindrata, eccetto la Sanglas (che realizzava monocilindrici a quattro tempi di grossa cilindrata) e la Mototrans (che fabbricava quattro tempi su licenza Ducati). Vennero poi la Derbi, la Ducson, la Lube e la Bultaco, sempre con motori a due tempi, che gareggiarono dal 1962 nelle cilindrate minori. La Derbi ottenne i risultati migliori con motori a valvola rotante, mentre la Bultaco perfezionò la distribuzione a luci incrociate. La Derbi 50 cc vinse il primo titolo mondiale con Angel Nieto nel 1969, imponendosi sulle Kreidler e le Jamathi, successo ripetuto nel 1970 e 1972.

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La Bultaco vinse più tardi, sempre nella 50 cc e con Nieto, che, con i suoi 13 titoli iridati, fu secondo solo ad Agostini. Il titolo del 1976 venne conquistato con moto acquistate presso la Piovaticci, una scuderia italiana il cui pilota, Eugenio Lazzarini, quell’anno, si classificò secondo.

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La Derbi 125 cc inizialmente fu una semplice monocilindrica a 4 rapporti, ma già nel 1966 venne presentata una due cilindri sovrapposti, con cambio ad 8 rapporti e distribuzione a due dischi rotanti. Nel 1970 fu evoluta, nel rispetto delle stringenti restrizioni del regolamento, con l’affiancamento dei cilindri ed il raffreddamento ad acqua, sino a raggiungere la potenza di 34 cv a 13.000 giri. Con questa moto Nieto ottenne un secondo posto in Jugoslavia ed il primo in Belgio, Germania Est, Italia e Spagna, spuntando così il secondo posto assoluto nella classifica del mondiale, dietro ad un campione che, come Agostini e Lazzarini, parteciperà alla Rievocazione 2022: Dieter Braun. L’anno successivo, nonostante una concorrenza spietata delle case italiane e giapponesi, Nieto conquistò invece il titolo iridato, impresa bissata nel 1972. Nel 1973, infine, la Derbi si ritrò dalle corse di velocità.

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Nel 1966 la Ossa iscrisse al GP di Spagna una 250 derivata, con motore monocilindrico e distribuzione a luci incrociate, rielaborata nel 1968 con telaio superleggero e sospensione posteriore ad ammortizzatori idropneumatici. L’anno successivo esordì la monoscocca che abbiamo visto ad Ospedaletti alle scorse edizioni. Questa moto, con Santiago Herrero, vinse i GP di Spagna, Francia e Belgio, sfiorando il titolo mondiale (che andò alla Benelli quattro cilindri).

Alle scorse edizioni della Rievocazione abbiamo altresì osservato la Montesa 250, che nacque dalla collaborazione con il tecnico-corridore italiano Francesco Villa. Si trattava di una bicilindrica a due tempi che venne affidata alla guida di Walter Villa sui circuiti della Riviera Romagnola, con piazzamenti sempre onorevoli, sino alla meravigliosa gara di Riccione, nel 1967, ove si contese il primo posto contro la ben più potente Honda 250 6 cilindri, guidata da Hailwood.

Alla Rievocazione 2022 vedremo delle Bultaco Metralla 250 TSS e Kit America, la cui messa in produzione risale al 1968 (con motore derivato dal famoso propulsore da cross). Si tratta della moto con cui Ginger Molloy si classificò al quinto posto nel mondiale. Questo mezzo divenne l’unica alternativa per i piloti privati del Continental Circus, al dilagare delle Aermacchi Ala d’Oro ad aste e bilanceri (anch’esse presenti ad Ospedaletti), anche per via del prezzo competitivo, della semplicità costruttiva e del basso peso.

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