Il ventimigliese Emiliano Scandi presenta “Me nonostante” al Salone del Libro di Torino
E’ il suo romanzo d’esordio
Ventimiglia. Il ventimigliese Emiliano Scandi ha presentato al Salone del Libro di Torino, andato in scena dal 19 al 23 maggio, il suo romanzo d’esordio: “Me nonostante”.
«Appena pubblicato l’ho presentato al Salone del Libro. E’ stata una cosa un po’ veloce perché il libro stampato l’ho visto per la prima volta a Torino» – racconta Emiliano Scandi – «C’erano tanti stand aperti e nel mio stand c’è stato un bel riscontro, non me l’aspettavo. Parecchia gente si è fermata mentre parlavamo. C’era la scrittrice Elena Mearini, una mia amica, che mi ha presentato in maniera fantastica».
Emiliano Scandi vive a Ventimiglia, lavora in polizia e da sempre ama lo sport e leggere, per lui la letteratura è una meravigliosa sfida: «Mi è sempre piaciuto scrivere e ho sempre scritto per me. A scuola, anche se ho fatto Geometri, andavo molto bene in Italiano e ho sempre coltivato questa passione anche se sinceramente non ci ho mai creduto molto, finché poi ho fatto leggere qualche riga che avevo scritto alla scrittrice Elena Mearini, che avevo conosciuto anni fa, a lei è piaciuto e mi ha spinto a continuare, così è nato il libro. Elena mi ha supportato e indirizzato nella correzione del libro, per esempio mi diceva se andavo fuori tema nella storia, mi ha così fatto tornare indietro, cancellare o aggiungere pezzi. Non ha mai scritto per me ma mi ha molto aiutato grazie ai suoi consigli e indicazioni. Inoltre ha scritto la prefazione del libro, che è bellissima».
«”Me nonostante” è la storia di un vigile del fuoco sommozzatore. Ringrazio Michele Geraci che è un grandissimo sommozzatore della nostra zona che mi ha dato alcuni input sul suo lavoro – svela Scandi – Nella storia il protagonista si chiama Emanuele, un ragazzo che vive una vita che sembra essere stata designata da altri. Anche la scelta del suo lavoro è un qualcosa che non sa bene da dove nasca, il fatto di aiutare le persone. Lui combatte perché pratica uno sport, l’Mma, ma combatte anche nella vita e non sa da dove nasca questa necessità di combattere. Poi incontra una donna, che definisco dura come il nome che indossa perché si chiama Giada come la pietra. Il rapporto con questa donna lo mette di fronte a un qualcosa che è avvenuto nel passato e che poi ha indirizzato tutta la sua vita, sia nel rapporto con i suoi genitori, sia con le donne che con lo sport. E’ una storia che si snoda un po’ tra Messina, Roma e Nizza e proprio la città di Nizza è uno snodo cruciale per la storia perché in passato proprio lì gli succede una cosa bellissima e successivamente però gli succede anche una cosa brutta. Nizza davvero ha un ruolo fondamentale nella storia. E’ però anche una storia d’amore, drammatica, di rinascita e crescita personale. Ho descritto luoghi e situazioni che conosco però non è un libro autobiografico. Vuole essere una riflessione su come purtroppo o per fortuna alcuni avvenimenti del passato, soprattutto in età adolescenziale, poi condizionano veramente il proseguo della propria vita a volte senza accorgersene. Il messaggio finale, che sconfina un po’ nella favola, è che comunque quando c’è stato amore poi rimane anche nelle cose, lo si può percepire per esempio anche toccando il muro di una casa che ha vissuto amore».
«Il romanzo d’esordio di Emiliano Scandi è un viaggio attraverso il vuoto, l’assenza percepita nella carne, nel corpo, il nulla che scava e risucchia nella propria buca ogni ipotesi di orizzonte. Ma è anche una storia d’indicibile amore, così sacro, assoluto e al contempo fragile che solo il pronunciarlo potrebbe dissolverlo. Lo si può soltanto tenere in bocca come fosse l’ostia cristiana e attendere che si sciolga e si dissolva tra lingua e palato. Emanuele, giovane uomo al centro del romanzo, si racconta in prima persona, ci spiega le meccaniche di un corpo che non si riconosce, un corpo che si cerca e s’insegue senza mai riuscire a trovarsi, un corpo che si ama solo nella possibilità di incontrarsi un giorno diverso. Mi amo, sì. Ma alla condizione di essere altro da me. Emanuele si definisce forte come l’acciaio e fragile come il vetro. È acciaio nel suo vivere lo sport, passione che lo accompagna da sempre e lo porta ad affrontare l’Ironman, una delle sfide più dure in ambito sportivo. Si allena, Emanuele, corre, taglia traguardi, esaspera il corpo, lo modifica, lo rende inattaccabile per forza e muscoli, imprendibile per velocità e prontezza. Ma dentro, l’uomo resta la creatura che noi tutti siamo stati almeno una volta nella vita, e che mai dovremmo perdere, quella affamata di carezze e sogni, di baci in fronte e favole della buonanotte. Dentro, Emanuele porta il bambino fragile e umanissimo, il bambino-poeta che non accetta il male adulto della realtà, e rifiuta la rima senza bacio dei giorni. In cambio di un abbraccio dell’uomo, questo bambino- poeta mostrerà ad Emanuele e al lettore il punto d’incrocio tra la bellezza e la vita. Una storia che si snoda nei punti estremi dell’Italia, dalla Sicilia a Ventimiglia, passando per Roma, centro del nostro paese e città d’origine del protagonista. Una storia che varca il confine per arrivare a Nizza, luogo-metafora di nascita, morte e resurrezione. Bisogna perdere tutto ciò che non siamo per arrivare a essere noi? Ecco la domanda che, riga dopo riga, emerge da questo romanzo scritto con la forza che solo la parola autentica e necessaria può avere. Scandi scrive per contrazione involontaria, è la meccanica del cuore a dare movimento e vita alle sue parole. Il lettore riconosce nelle sue frasi brevi e sincopate il pulsare del sangue nelle vene, gli arresti e le accelerazioni di un esistere tra stupori e spaventi, nell’accadere di una realtà che ci include nel suo carnevale di demoni e fate. Non è facile raccontare una disfatta, uno schianto al suolo che affossa la speranza. Non è facile raccontare la risalita, la spinta in alto che ti leva dalla buca e ti rimette col piede al suolo, pronto al nuovo passo. Non è facile dare voce alla perdita e lasciarla parlare fino a quando più nulla ci resta. Non è facile dal nulla che ci resta andare a capo e ricominciare, con la maiuscola di una nuova storia possibile. Scandi ci riesce, nel suo Me nonostante l’autore dimostra che si può sempre trovare una riga pulita, una riga più sotto, dove la parola della rinascita trova spazio e respiro. Il corpo, in questo romanzo, diventa una sorta di “narrazione” parallela, una storia nella storia, il racconto di ossa e muscoli che lottano per guadagnarsi il volto giusto, quello capace di restituire al mondo tutto il bene e tutto il male di una vita senza aggiungere né omettere nulla. È un corpo, quello di Emanuele, che cerca la faccia della verità, l’unica che valga la pena di tenersi attaccata al collo. Nel leggere, noi tutti ci domandiamo quanta bugia si estenda tra la nostra fronte e il nostro mento, quanta finzione ogni mattina ci dia il buongiorno allo specchio. Nel leggere, noi tutti mettiamo in discussione i nostri volti. Ad ognuno verrà naturale domandarsi: “Ma è vera la mia faccia?” Una domanda che richiede coraggio. Scandi, questo coraggio, lo ha avuto. E il suo romanzo, così nudo e sincero, ne è la prova e il risultato. In questa storia ci s’immerge senza nulla addosso, in una vicinanza stretta di pelle e parola, tra graffi che si confessano e carezze che perdonano. Qui non c’è spazio per la fuga, vive chi resta». Così scrive nella prefazione la scrittrice Elena Mearini.
Oltre a “Me nonostante” Emiliano Scandi ha anche scritto un racconto sullo sport, “Addio fino a domani”,che si trova all’interno del libro “Tra uomini e dei. Storie di rinascita e riscatto attraverso lo sport”, una raccolta di racconti dedicati ai miti dello sport con testi di Carlo Lucarelli, Patrick Fogli, Marcello Fois e Nicoletta Vallorani. «Ho scritto “Me nonostante” prima del racconto sullo sport, ben quattro anni fa, però l’editore che voleva pubblicarmelo, anche a causa del Covid, ha avuto qualche problema e così si è fermato tutto. Non era mia intenzione pagare per pubblicare il libro e così ho aspettato finché non si è presentata una nuova occasione: l’editore Mazzanti che me lo ha pubblicato. E’ un editore piccolino di Venezia ma molto serio» – dice Scandi.
«In futuro ci saranno sicuramente altre presentazioni di “Me nonostante” anche nella nostra zona» – anticipa Emiliano – «Appena avrò tempo penso che scriverò qualcos’altro, anche se in effetti non smetto mai di scrivere, quando mi viene in mente qualcosa la scrivo ma al momento non c’è il progetto di un libro però un paio di storie in testa le ho».