Coldiretti: «Stop a import di olio di palma, incentivare olio d’oliva ligure»

2 maggio 2022 | 11:19
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Coldiretti: «Stop a import di olio di palma, incentivare olio d’oliva ligure»

«Alternativa salutare e 100% made in Italy: necessario sostenere il settore»

Genova. «L’Italia importa olio di palma dall’Indonesia per un valore di circa 590 milioni di euro che rappresentano quasi la metà del totale delle importazioni dall’estero, le quali ammontano a 1,3 miliardi di euro nel 2021, in aumento del 15% rispetto all’anno precedente». E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione dell’entrata in vigore della decisione dell’Indonesia di sospendere le esportazioni di olio di palma, di cui il Paese è il primo produttore mondiale, a causa delle difficoltà sul mercato interno e del rischio di tensioni sociali. L’olio di palma è utilizzato in alimenti dolci e salati come biscotti, brodi e zuppe, dolciumi, creme spalmabili, torte, grissini, brioche e alcuni piatti pronti: una possibilità che oggi può essere addirittura nascosta ai consumatori per effetto della circolare dal Ministero dello Sviluppo economico emanata ad aprile che consente all’industria alimentare di utilizzarlo in sostituzione di quello di girasole senza indicarlo esplicitamente in etichetta.

«Non è un caso che, per l’opposizione crescente dei consumatori, la scritta “senza olio di palma” sia diventata una delle più diffuse sugli scaffali di negozi e supermercati; e la decisione dell’Indonesia potrebbe accelerare la sua sostituzione con prodotti più salubri e a minor impatto ambientale come l’olio di oliva, di cui l’Italia è il secondo produttore mondiale, potendo così contare su un prodotto sostitutivo di grande qualità alla base della dieta mediterranea che peraltro ha avuto aumenti di prezzi contenuti al 5,3% rispetto al +25,9% degli altri oli vegetali» – sottolinea.

«Già molte imprese in Italia hanno deciso di sostituire l’olio di palma poiché – spiegano Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – alle preoccupazioni sull’impatto sulla salute, a causa dell’elevato contenuto di acidi grassi saturi, si aggiungono quelle dal punto di vista ambientale dovute al disboscamento selvaggio di vaste foreste, senza dimenticare le denunce per lo sfruttamento del lavoro e l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione».

«Un’alternativa valida e più salutare può essere l’olio di oliva, prodotto di punta dell’agroalimentare italiano ed eccellenza della produzione ligure. In Liguria l’olivicoltura viene condotta su migliaia di ettari e produce anche extravergini eccellenti con prodotti conosciuti a livello mondiale che rientrano sotto il marchio della DOP Riviera Ligure. E’ il momento di sostenere queste produzioni 100% made in Italy, – concludono Boeri e Rivarossa – e di dare un impulso al settore olivicolo ligure tramite tutele e interventi ambientali e strutturali che, peraltro, abbiamo già richiesto alla Regione in occasione del Tavolo voluto da Coldiretti».