L'opinione

Attac Imperia sulle elezioni comunali e sul Ddl Concorrenza

«Avrà l’effetto di amplificare a dismisura la diseguaglianza fra le persone all’interno del medesimo territorio, con aumenti delle tariffe e peggioramento della qualità dei servizi che pregiudicheranno l’accesso alle fasce povere e vulnerabili»

Imperia. Il 12 giugno anche quattro comuni della provincia di Imperia andranno al voto per rinnovare il sindaco e il Consiglio comunale. Le campagne elettorali sono già nel vivo da diverse settimane, i cartelloni sono tappezzati dai volti dei candidati e come consuetudine si susseguono impegni, promesse e programmi.

«Non ce ne vogliano i comuni dell’entroterra di Bajardo, Perinaldo e Pornassio, ma l’attenzione maggiore è rivolta soprattutto su Taggia, dove la Giunta e il sindaco uscente, ricandidato e vicino al Governo regionale, stanno puntando molto sull’ospedale unico provinciale. Un’opera pensata in un’area a rischio esondazione, la piana del torrente Argentina, la cui costruzione ha raggiunto il costo, aggiornato per il momento, di 372 milioni di euro e che prevedrà la chiusura degli attuali due ospedali del ponente, la riduzione del numero di posti letto, di reparti e di operatori sanitari. Tutto ciò come se la pandemia fosse solo un incidente di percorso e non avesse smascherato i tagli attuati alle politiche sanitarie regionali, anche dalle precedenti amministrazioni di differente colore, a favore della sanità privata. Ma c’è di più. E’ in discussione al Senato in questi giorni un provvedimento che rappresenta un vero e proprio attacco alla storica funzione pubblica e sociale dei Comuni. Con il disegno di legge sulla Concorrenza e il Mercato, che, nel predisporre l’obbligo sostanziale alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico, dalla sanità ai servizi sociali e culturali, avrà l’effetto di amplificare a dismisura la diseguaglianza fra le persone all’interno del medesimo territorio, con aumenti delle tariffe e peggioramento della qualità dei servizi che pregiudicheranno l’accesso alle fasce povere e vulnerabili» – dichiara Attac Imperia.

«L’ente locale rappresenta la comunità, ne cura gli interessi e la coesione sociale. Per le sue caratteristiche di centro abitativo viene definito come il luogo della democrazia di prossimità. Negli ultimi tre decenni, questo ruolo è stato messo pesantemente in discussione; è infatti su di essi che sono state scaricate la gran parte delle misure di austerità previste dai vincoli finanziari messi in campo dall’Unione Europea: dal patto di stabilità al pareggio di bilancio, dai tagli dei trasferimenti alle cosiddette “spending reviews”. Non sono giorni semplici per chi amministra i territori locali e per chi si appresta a farlo, per questo non attendiamo promesse o grandi opere; per questo va chiesto ai sindaci e ai nuovi candidati di prendere posizione e di esprimersi, aldilà delle diverse sensibilità politico-amministrative, contro questo provvedimento. Si sono già impegnate a farlo, deliberando la richiesta di stralcio dell’art. 6 per gli enti locali, le città metropolitane di Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, molte altre e tre Consigli regionali. Evidentemente l’ambito locale, dove è più tenace la resistenza alle privatizzazioni, è quello nel quale vi è la possibilità per i cittadini di influire maggiormente sui processi decisionali» – sottolinea Attac Imperia.