A San Siro l’ultimo saluto al cittadino benemerito Ninetto Silvano

23 maggio 2022 | 11:12
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A San Siro l’ultimo saluto al cittadino benemerito Ninetto Silvano

I funerali domani pomeriggio nella concattedrale alle 15:30

Sanremo. Si terranno domani pomeriggio, martedì 24 maggio, nella concattedrale di San Siro alle 15:30, i funerali di Gio Batta Silvano, detto Ninetto, attore teatrale e musicista, tra i fondatori della Compagnia Stabile di Sanremo.

Ninetto Silvano è mancato ieri all’età di 94 anni in seguito a una breve malattia. La scomparsa era stata annunciata dalla Famija Sanremesca che nel 2008 gli aveva conferito, in accordo con il Comune di Sanremo, il titolo di cittadino benemerito. Nato nel 1928, uno dei più preparati e versatili caratteristi della Compagnia Stabile. Inizia a recitare all’età di 11 anni: primo attore nell’operetta “La ragazza ungherese” di Corona sotto la direzione del maestro Valcasara al Teatro Principe Amedeo, si trova a sostituire il titolare : l’esperienza lo spinge a proseguire la recitazione al Teatro Matuziano della Federazione Operaia, recitando nelle commedie di Gin de Stefani, in vernacolo sanremasco.

In lingua, affianca Eliana ed Eugenio Pollone, e collabora con grandi del teatro, con la compagnia di Annibale Ninchi, al Casinò, tanto che gli viene proposto di andare a recitare a Roma, ma il dovere del suo mestiere, il panettiere, lo trattiene a Sanremo. Ninetto Silvano divenne socio fondatore della Compagnia Stabile città di Sanremo e fece parte del gruppo di teatranti guidato da Nini Sappia, che, dal palco del piccolo teatro della Federazione Operaia di via Corradi, giunse alle esibizioni al Teatro Ariston in occasione dei festeggiamenti patronali.

Definito “avido di personaggi da capire, interpretare e vivificare”, Ninetto impersona svariate figure tipiche della città, ricevendo numerosi riconoscimenti. La sua sensibilità risalta in modo toccante nella lettura di poesie in dialetto mentre la grande esperienza accumulata, la sua moderatezza, lo rendono un regista “speciale”. Conservare il dialetto e le patrie memorie per lui non era retorica né vacua nostalgia di un tempo passato, ma impegno attivo e testimonianza di senso civico, per trasmettere a tutti il valore dell’appartenenza a una comunità che nella lingua tramanda una cultura preziosa.

Silvano aveva anche un’altra grande passione: la musica. Passione ereditata dai nipoti. Amante della musica classica, ha studiato violino per molti anni e, sotto la guida del maestro Attilio Panizzi ha fatto parte del complesso mandolinistico “Euterpe”.