A 10 anni dalla tragedia della Concordia, il prefetto Gabrielli a Sanremo: «La Protezione Civile è un bene prezioso»
Gabrielli, all’epoca dei fatti capo della Protezione Civile, arrivò all’isola del Giglio una settimana dopo il disastro
Sanremo. «La Protezione Civile è un bene prezioso, un’istituzione alla quale il Paese dovrebbe sempre guardare con grande attenzione, immaginando che come tutte le cose importanti deve essere anche correttamente manutenuta». Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, prefetto Franco Gabrielli, ospite dei Martedì Letterari del Casinò di Sanremo per la presentazione del suo libro “Naufragi e nuovi approdi. Dal disastro della nave Concordia al futuro della Protezione Civile”, edito da Baldini e Castoldi.
Gabrielli, all’epoca dei fatti capo della Protezione Civile, arrivò all’isola del Giglio una settimana dopo il disastro della Concordia. «Purtroppo – spiega il prefetto – All’epoca il sistema di Protezione Civile viveva una condizione di difficoltà perché l’anno precedente era intervenuta una norma che aveva fortemente ridimensionato e attenuato la capacità di intervento immediato del sistema e quindi dovetti aspettare la dichiarazioni dello stato di emergenza che colpevolmente arrivò una settimana dopo la tragedia».
«Dalla tragedia della Concordia – aggiunge – Personalmente ho imparato ancora una volta, se possibile, l’importanza del ruolo della squadra, del fatto che le tragedie in generale, ma credo la vita nel suo complesso, debba essere affrontata con comunanza di intenti, avendo ben precise quelle che sono le responsabilità, i ruoli e le funzioni e dove ognuno deve avere la capacità di assumersi le proprie responsabilità».
Quando torna all’isola del Giglio, ha confessato Gabrielli, «provo un sentimento contrastante: da un lato la consapevolezza che quello comunque è stato il luogo della tragedia, dove 33 persone sono morte, e poi lo straordinario affetto che provo per quel territorio e per quella comunità che a me personalmente ha dato molto».
Il 13 gennaio 2012, dieci anni fa, la Costa Concordia naufragava al largo dell’Isola del Giglio, causando 32 vittime (poi salite a 33) e provocando una situazione emergenziale del tutto inedita nella storia del Paese e non solo. A coordinare le complesse operazioni di salvataggio e recupero del relitto fu Franco Gabrielli, all’epoca capo del dipartimento della Protezione civile, per l’occasione nominato commissario delegato dal governo. Ora Gabrielli racconta quello che avvenne in quei trenta mesi: dalle prime settimane, quando la corsa contro il tempo per cercare i dispersi andava in parallelo con la messa in sicurezza della nave, alle difficoltà e alle preoccupazioni legate al rischio ambientale, alla manovra rischiosissima del parbuckling e al successivo rigalleggiamento della Concordia fino all’approdo nel porto di Genova. Un’operazione non priva di rischi, risolta grazie all’eccellente lavoro di squadra di centinaia di operatori, tra settore pubblico e privato, competenti, coscienziosi e pronti a mettersi in gioco; ma la vicenda della Concordia non è solo un esempio di straordinaria intraprendenza e genio ingegneristico, è anche una storia di frizioni e contraddizioni, accordi faticosamente raggiunti, delicati equilibri politici, ostacoli burocratici, mancanza di fondi: frutti, questi, di una visione spesso miope della cosa pubblica che evidenzia i limiti e i parossismi di un sistema in cui prendersi le responsabilità non è più un atto civile, ma un azzardo. Una riflessione lucida e necessaria su un tema oggi più che mai attuale, quello della gestione delle emergenze nel nostro Paese e del ruolo della Protezione civile, che riporta l’attenzione su uno scenario destinato, nonostante la politica delle buone intenzioni, a ripetersi in forme sempre uguali e poco attente all’interesse della comunità» – dalla prefazione al libro.
Franco Gabrielli (Viareggio, 1960) è attualmente sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Nella sua carriera ha ricoperto incarichi di vertice nel mondo della security, della safety e dell’intelligence. Entrato nella Polizia di Stato nell’85, si è distinto per meriti straordinari arrivando a ricoprire, nel 2005, la posizione di direttore del Servizio centrale antiterrorismo e nel 2006 di direttore del Sisde. Nel 2009, il Consiglio dei ministri lo nomina prefetto de L’Aquila e vicecommissario vicario per l’emergenza terremoto. In quella veste, gestirà anche la sicurezza del Vertice G8. Nel novembre 2010, assume l’incarico di capo dipartimento della Protezione civile e si occupa delle emergenze legate al sisma nella pianura padana del 2012 nonché, in qualità di commissario delegato dal Governo, delle operazioni per il recupero e la messa in sicurezza della Costa Concordia. Nel 2015 è nominato prefetto di Roma e nel 2016 capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza. Con il contributo di Francesca Maffini (Angera 1985) giornalista, attuale capo ufficio stampa del ministero dell’Università e della Ricerca; è stata responsabile dell‘ufficio stampa del dipartimento della Protezione civile dal 2011 al 2017.