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Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa

23 aprile 2022 | 07:35
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Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa
Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa
Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa
Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa
Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa
Ventimiglia, gli studenti dell’istituto Biancheri e Libera incontrano Maria Rosa Costa

“È dovere di tutti tenere vivo il ricordo di chi si schiera dalla parte della legalità“

Ventimiglia. Per il trentennale della strage di Capaci, l’Istituto Comprensivo Biancheri ha incontrato Maria Rosaria Costa, moglie di Vito Schifani. Lo scrittore Bufalino a chi gli chiedeva come si sarebbe potuta sconfiggere la mafia dopo la morte di Falcone e Borsellino ripeteva: “La mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre..“ Spinti dalla forza di queste affermazioni l’istituto Biancheri ha sempre lavorato per infondere nei propri alunni il senso della legalità e della giustizia. a sua testimonianza, le sue parole, la forza e la risolutezza di questa “donna speciale” ha acceso gli animi dei nostri alunni e di noi insegnanti.

L’incontro è stato organizzato presso la classe III E della scuola secondaria di primo grado con le altre classi del medesimo istituto e della primaria collegate in modalità a distanza.
Erano presenti all’incontro la dott.ssa Orengo (rappresentante di Libera), il vicario prof. Panetta, la prof.ssa di arte Ferrara, il prof. Sciovè referente al bullismo e cyberbullismo, la prof.ssa Di Gaetano referente di educazione civica, le docenti Portelli e Bottalico referenti alla legalità.

“È dovere di tutti tenere vivo il ricordo di chi si schiera dalla parte della legalità, di chi riafferma con l’impegno personale, quotidiano, il valore della vita e dell’onestà, della giustizia e della libertà.”ha commentato la Costa.

«Abbiamo rivissuto, grazie alle sue parole, i momenti più bui dello Stato italiano, abbiamo visto attraverso i suoi ricordi la storia di una famiglia che la mafia ha interrotto, scaricando chili di tritolo.
Conoscendo lei, abbiamo conosciuto Vito Schifani, il suo sorriso, la sua bontà d’animo, il suo senso del dovere. Ci siamo tutti affezionati a questa coppia, il cui amore era forte e sincero e ci siamo addolorati per la tragedia che li ha colpiti. Maria Rosaria Costa però non si è lasciata abbattere dalla mafia, non ha fatto vincere l’odio, non si è abbassata al rancore e alla vendetta, per questo ha vinto. Nelle sue parole, infatti, abbiamo letto solo Amore e Perdono e oggi è una donna orgogliosa di aver cresciuto un figlio, Emanuele, che è diventato un ufficiale della Guardia di Finanza, anche lui ha scelto di rappresentare lo stesso Stato per cui è morto il padre che non ha fatto in tempo a ricordare, ma di cui ha abbracciato i valori anche grazie a un secondo papà che lo ha cresciuto con amore e rispetto» commentano gli studenti.

«Maria Rosaria Costa ha ricordato e ci ricorda tutti i colleghi di suo marito Vito: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, oltre ai magistrati Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e ci ha aiutato a riflettere sul sacrificio di uomini e donne dello Stato che hanno creduto e si sono impegnati per affermare i valori della giustizia e della libertà nel nostro Paese. L’esempio di questi angeli che, nel compiere fino in fondo il proprio dovere, hanno donato la propria vita e ci hanno lasciato un esempio luminoso di come ciascun uomo, acquisisca pieno valore solo se compie coscienziosamente e responsabilmente il proprio dovere, qualunque sia il lavoro che è chiamato a svolgere.
Noi speriamo di ospitare ancora Maria Rosaria Costa nella nostra scuola affinchè i nostri alunni possano comprendere profondamente che, come ci ha detto la nostra ospite, “quello che è successo non si ripeta mai più” e ciò può avvenire solo infondendo nelle nuove generazioni un profondo senso di Legalità» concludono gli studenti e le insegnanti dell’Istituto Biancheri.

Chi era Vito Schifani? Vito Schifani era un agente di polizia, divenuto famoso perché faceva parte della scorta del magistrato Giovanni Falcone. Nacque il 23 Febbraio del 1965 a Palermo, morì il 23 Maggio del 1992 a soli 27 anni durante la “strage di Capaci”, in cui persero la vita il Magistrato Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo. Era al volante della prima delle tre Fiat Croma che riaccompagnavano Giovanni Falcone a Palermo, di ritorno da Roma. Al suo fianco stava l’ agente scelto Antonio Montinaro e dietro Rocco Dicillo. Nell’esplosione, avvenuta sull’Autostrada A29 all’altezza dello svincolo per Capaci, i tre agenti morirono sul colpo, dato che la loro Croma marrone fu quella investita con più
violenza dallo scoppio della bomba, tanto da essere sbalzata dal manto stradale in un giardino a più di cento metri di distanza. Vito Schifani lasciò, nel grande dolore, la moglie Rosaria Costa di 22 anni e il figlio Antonio Emanuele di 4 mesi, ora divenuto capitano della Guardia di Finanza. Restano impresse nella memoria di tutti gli italiani le parole che Rosaria Schifani pronunciò al funerale del marito in cui chiedeva ai mafiosi di pentirsi e mettersi in ginocchio».