Scorretto uso della mascherina e cliente senza green pass, chiuso bar di Imperia






Il titolare: «Veniamo fuori da tre anni con l’acqua alla gola e cerchiamo di sbarcare il lunario. Ora che il lavoro si stava riprendendo, ecco la mazzata»
Imperia. La polizia ha chiuso, per cinque giorni, il Caffè Cicò, di via Monti, a Oneglia, contestando lo scorretto uso delle mascherine e il fatto che una giovane cliente avesse il green pass scaduto al momento dei controlli. La chiusura, avvenuta a poche ore dalla fine delle restrizioni sanitarie nei locali pubblici, è stata resa nota dal titolare del locale, Massimo Damonte, che su un cartello affisso sulla porta del Caffè Cicò ha scritto: «Avvisiamo la gentile clientela che il locale rimarrà chiuso fino al 3 maggio compreso causa provvedimento amministrativo relativo ai controlli sul “green pass”».
Oltre alla chiusura, la polizia ha comminato quattro verbali (due a testa) per le socie del locale: la figlia e l’ex moglie del proprietario, e un quinto per la cliente.
«Non riusciamo a capire il perché di tutto questo accanimento nei nostri confronti. Erano cinque agenti, poi sono diventati sette – dichiara Damonte -. Appena entrati hanno chiesto i documenti a mia figlia. Eravamo sotto pressione per il lavoro, probabilmente avrà risposto un po’ seccata ed ecco il risultato». Gli agenti si sono poi occupati di controllare i clienti tra cui un tavolo di ragazzini che erano appena entrati. Una giovane del gruppo aveva il green pass scaduto.
Aggiunge il titolare: «A mia figlia e alla mia ex moglie hanno rilasciato due verbali contestando lo scorretto uso della mascherina, che era leggermente abbassata, e il mancato controllo del cliente sprovvisto di certificazione sanitaria. Abbiamo provato a spiegare che spesso la gente si siede al tavolo, ma noi non possiamo correre subito a chiedere il green pass perché magari stiamo servendo altre persone. Quando ci avviciniamo per la comanda, allora chiediamo tutto».
Il proprietario annuncia di aver già contattato il proprio legale e di voler procedere per vie legali, contestando le infrazioni. «Veniamo fuori da tre anni con l’acqua alla gola – conclude – E cerchiamo di sbarcare il lunario. Ora che il lavoro si stava riprendendo, ecco la mazzata».