Riviera Trasporti dice addio al progetto idrogeno, impianti ed autobus verranno dismessi
Lo ha dichiarato il presidente del Cda Giovanni Barbagallo: «Solo di diritti di superficie all’azienda costa 45 mila euro l’anno»
Sanremo. La vergogna senza fine del progetto idrogeno targato Riviera Trasporti è finalmente giunta al suo epilogo. Amaro, scontato, ma definitivo. Centrale di stoccaggio, terreni su cui poggiano gli impianti e autobus acquistati con i fondi della comunità europea, saranno dismessi.
A confermarlo è stato, ieri sera, in consiglio comunale, il presidente del consiglio di amministrazione della società Giovanni Barbagallo. A lui spetterà il compito di “liquidatore” di uno dei più grandi flop, ai danni della collettività, messi in piedi dall’azienda del trasporto pubblico locale che si trova in concordato preventivo, ricoperta dai debiti. «Abbiamo proposto di dismettere l’impianto di stoccaggio dell’idrogeno realizzata in Valle Armea che costa ad Rt 45 mila euro all’anno di diritti di superficie e i tre autobus ad energia pulita acquistati con finanziamenti della comunità europea. La previsione è contenuta nel piano concordatario depositato in tribunale. Il progetto idrogeno ha pagato in qualche maniera un prezzo d’immagine: doveva essere chiaro alla cittadinanza che si trattava di una cosa sperimentale. Non abbiamo deciso di abbandonare l’idrogeno perché pensiamo che non possa svolgere in futuro un ruolo importante nella mobilità pulita, ma ai costi che ha, per una piccola azienda come la nostra non è sostenibile», – ha commentato Barbagallo.
(Qui sopra l’area di stoccaggio dell’idrogeno in Valle Armea)
Il progetto. Che fine hanno fatto i tre bus a idrogeno costati alla collettività 7 milioni di euro? Due sono fermi da anni, attaccati h24 alla corrente come un malato terminale, un altro è del tutto andato. Non hanno retto 6 mesi sulle strade della provincia i mezzi acquistati dalla Riviera Trasporti e inaugurati a novembre del 2018. Progetto cofinanziato dall’Unione europea del valore di 7,3 milioni di euro per la parte italiana, di cui 4 a carico di Rt e 3,3 della comunità europea.
Oggi quei bellissimi autobus, simbolo di futuro e energia pulita, giacciono nel deposito di San Martino. Fermi da così tanto tempo che gli pneumatici si sono quadratizzati. Dispersa in Valle Armea c’è invece l’altra parte del progetto europeo denominato High V.lo City: la stazione di rifornimento dell’idrogeno, costruita in una zona difficile da raggiungere per una vettura normale, figuriamoci per delle corriere di 16 metri di lunghezza, come quelle a idrogeno della casa produttrice VanHoll.
Dei 5 autobus previsti per Rt, in provincia di Imperia ne arrivarono solo 3. Due sono stati restituiti per mancanza di fondi. Ognuno dei mezzi sperimentali parcheggiati nel deposito di San Martino è costato alle casse della società provinciale circa 1,2 milioni di euro, a cui si devono sommare, per un computo totale, i costi della stazione di rifornimento. L’idrogeno non arriva più da tempo. Comprarlo dal più vicino impianto di produzione francese costa troppo e di soldi non ce ne sono manco per i pezzi di ricambio.