La vera storia delle “tre palle” di cannone di Oneglia
All’epoca dei fatti due ufficiali guidavano le truppe francesi che assediavano Imperia: Andrea Massena a Napoleone Bonaparte.
Imperia. La Basilica di San Giovanni è ammirata per la sua sacralità e cela anche qualche piccolo segreto sconosciuto. Alcuni si trovano esattamente dove nessuno andrà mai a cercarli ovvero in bella mostra da centinaia di anni passando quasi inosservati. Questo è il caso delle tre “palle di cannone”, da non confondersi con quelle che si trovano esposte in calata Cuneo.
Correva l’anno 1792 quando un esercito di francesi occupava tutta la costa da Ventimiglia a Savona, con una particolare concentrazione tra Oneglia, all’epoca Sabauda e Porto Maurizio che rientrava nel Genovesato. Chi comandava l’esercito all’epoca? Due ufficiali giovani e promettenti: Andrea Massena a Napoleone Bonaparte.
Secondo quanto scritto in due saggi storici, “Storia di Oneglia“ del Pira e “Storia della città di Oneglia” del Molle, i francesi attaccarono la città per terra, dando vita a quella zona di Sant’Agata che ancora oggi è chiamata “strada dei francesi” e per mare. La guerra non ha regole e in molti casi venivano utilizzate palle di cannone in piombo che non esplodevano, ma creavano sfondamenti e danni enormi.
Usanza tipica dell’epoca era mettere da parte le palle di cannone che per “grazia di Dio” non avevano danneggiato cose e persone ed appenderle alle mura della chiesa. Ecco perché sulla Basilica di San Giovanni ad Imperia, nella facciata esterna rivolta verso l’abside in piazza Goito, è ancora possibile vedere appese, anzi incastonate, le famose tre palle di cannone francesi e la data: 1792.
Secondo gli storici, Napoleone nel suo viaggio a Imperia non solo fece razzia di statue ed opere d’arte ma, un giorno mandò un suo sottoposto all’ufficio postale per inviare una missiva alla sorella Paolina. Chissà quali contenuto Imperia ispirò all’imperatore corso.