La Pasqua ortodossa raccontata dai profughi ucraini ospiti al convento di Taggia
Una particolare tradizione ucraina sulle uova è la stessa che viene osservata a Badalucco
Taggia. Domani, 24 aprile si festeggia la Pasqua ortodossa, che a differenza di quella cattolica, segue il calendario Giuliano e non Gregoriano.
Una Pasqua che osserva anche la popolazione Ucraina, e che quest’anno non avrà la connotazione gioiosa che tale ricorrenza, molto più sentita del Natale, porta con sé. Il popolo ucraino che si trova a vivere la guerra dovrà osservare il coprifuoco, senza potersi recare nei luoghi di culto. A Taggia, i profughi ucraini che hanno trovato riparo presso il convento dei domenicani, ci raccontano come stanno vivendo questa settimana santa, spiegandoci tradizioni e giochi che cercheranno di far rivivere anche in questo momento.
Una Messa cantata che dura tutta la notte di sabato è il preludio della Pasqua, un giorno di festa in cui tutta la comunità si riunisce per pranzare insieme e dove il dolce tipico è esattamente come il nostro panettone. Non esiste la tradizione delle uova di cioccolata in Ucraina e le famiglie che si trovano a Taggia sono rimaste sorprese nel vedere che venivano offerte a loro e ai bambini al convento. Esiste un’altra tradizione sulle uova che, nemmeno a farlo apposta, è la stessa che viene osservata a Badalucco: lo “scotezzo”. Come racconta Inna, i bambini e gli adulti dipingono le uova e da tradizione le sbattono le uno contro le altre, chi rompe l’altro uovo ha diritto a mangiarlo.
La Pasqua è il simbolo della Resurrezione e della rinascita, che auguriamo a tutto il popolo ucraino.