Il caso

Guerra in Ucraina, sottosegretario alla Difesa Mulè: «Come Italia siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto»

Polemica sulla spesa per le armi: «Si è trattato di una tempesta in un bicchier d’acqua»

giorgio mulè

Imperia. «C’è stato nei giorni scorsi un colloquio tra il presidente Draghi e il presidente Putin. E’ sul tavolo un incontro tra i due, soprattutto perché l’Italia si è proposta, ed è stata accertata anche dall’Ucraina, come garante di un eventuale processo di pace». A dirlo, a margine del sopralluogo alle ex Caserme Crespi di Imperia, il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè. «Il che ci fa essere centrali nella risoluzione di una crisi che ci ha sempre visto dalla parte della pace – ha aggiunto -. E’ un momento in cui gli sforzi si sono moltiplicati e si moltiplicano ogni giorno di più, per raggiungere il più presto possibile un accordo: innanzitutto, per il cessate il fuoco e subito dopo per una negoziato reale, che consenta all’Ucraina di rientrare nel pieno possesso della propria sovranità».

«Come Italia – ha detto – Non solo non dobbiamo rimproverarci nulla, ma siamo o davvero orgogliosi di quello che come governo, parlamento e Paese abbiamo fatto sia sul fronte diplomatico, che umanitario e militare, garantendo tutto l’appoggio che ci è stato richiesto in ambito Nato».

Foreign fighters italiani. «Sono perseguiti dal codice penale come una categoria perseguita penalmente laddove danno sostegno a formazioni di tipo terroristico. Non sono in nessun modo assimilabili a ciò che lo Stato fa. E’ una struttura di persone che in maniera paramilitare si reca nei teatri di guerra e sono perseguiti con pene che arrivano anche a dodici anni».

Spesa per armi. «Si è trattato di una tempesta in un bicchier d’acqua. Non c’è mai stata sul tavolo la prospettiva di aumentare di sei, dieci, dodici, quindici o venti miliardi, giocando un po’ con i numeri al Lotto, come hanno fatto i Cinque Stelle. Sul tavolo c’è sempre stato, fin dal 2014, un percorso stabile nel tempo che, a seconda delle risorse di incremento del Pil, prevede che una parte sia destinata alla Difesa. Durante il governo del presidente Conte, tra l’altro, le spese militari sono cresciute di oltre tre miliardi in due anni. In epoca in cui il Pil dell’Italia era sopra dello 0,2 per cento, si è contratto quasi del 9 per cento, proprio a dimostrazione del fatto che la polemica di questi giorni è pretestuosa e strumentale e non dà alcun tipo di aiuto».

Preoccupazione per un conflitto mondiale. «Questa possibilità c’è, nel senso che la Russia è capace di avere un armamentario nucleare. Non è sul tavolo questa opzione, perché sarebbe un’opzione che non vedrebbe nessun vincitore e quindi su questo siamo assolutamente confidenti che è assolutamente ipotetica e non realizzabile».

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