Esce il libro di Sergio Favretto sui “Partigiani del mare. Antifascismo e Resistenza sul confine ligure-francese”

Nel tratto di costa ligure, fra Imperia e il confine italo-francese di Ventimiglia-Mentone, la Resistenza fu coraggiosa, coinvolgente e originale
Ventimiglia. Dal 5 maggio, in tutte le librerie, esce il libro“Partigiani del mare. Antifascismo e Resistenza sul confine ligure-francese”di Sergio Favretto, pubblicato da Edizioni SEB27 di Torino nell’aprile 2022. Prefazione di Claudio Dellavalle, già professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Torino.
Ecco la sinossi:«Non vi sono dubbi. L’antifascismo vissuto e la Resistenza combattuta sulla costa ligure verso il confine francese ebbero sempre un protagonista sotteso: il mare. I flutti battenti sulle rive e le spiagge minate, il vento che accarezzava le onde o le rendeva impetuose, la luna piena illuminante o l’assenza di luna, hanno determinato lo scandire delle varie operazioni contro i tedeschi occupanti e fascisti agguerriti; i colombi viaggiatori addestrati dagli inglesi che lo attraversavano, i piccoli battelli di gomma carichi di armi, i manifestini clandestini stampati e diffusi fra i pescatori, i rifugi e i punti di osservazione in montagna sempre in direzione del mare, i nascondigli fra le case e gli atti di sabotaggio sul litorale, la spola rischiosissima per condurre antifascisti ed ebrei in Francia, sono stati questi i leit motiv della Resistenza nel Ponente ligure. Il mare non solo come elemento geografico e fisico irrinunciabile, ma pure come fattore tattico prezioso; ed ancora, quale luogo-valore identitario in cui ritrovarsi tutti, partigiani e militanti, popolazione, ex militari, persone di cultura e gente comune, clero, giovani studenti, operai e pescatori, agricoltori. Il mare come il vero confine fra il regime e la libertà, fra la dittatura e la democrazia. Poter guadagnare il mare aperto e dirigersi verso le acque francesi voleva dire assaporare la libertà, perché oltre confine già gli Alleati erano sbarcati il 15 agosto 1944. Di contro, dal mare francese giungevano gli aiuti e le armi, le missioni del SOE o dell’OSS. Parecchie volte sulla stessa barca, sullo stesso veloce motoscafo o più lento gommone; partigiani, inglesi o americani per guadagnare la libertà, per trasportare uomini, armi e radio ricetrasmittenti, informazioni in codice, aiuti sanitari. Nel tratto di costa ligure, fra Imperia e il confine italo-francese di Ventimiglia-Mentone, la Resistenza fu coraggiosa, coinvolgente e originale. In un intreccio di vite personali e tensioni collettive, di coraggio e di caparbie volontà, si sono incontrate differenti matrici culturali e sociali espressioni di quelle terre; si sono contate vittorie e sconfitte, si può narrare oggi con dettaglio lo svolgersi di una crescente organizzazione partigiana con Divisioni e brigate, si ricordano molti caduti e vittime della violenza fascista e tedesca, si apprezza il ruolo determinante degli Alleati. Non poteva avvenire diversamente. Il Ponente ligure è sempre stato un terreno aperto alle contaminazioni esterne, ai contributi e alla partecipazione di piemontesi e di francesi. In questo alveo di vissuto comune, si collocano: il gesto eroico e simbolico ante litteram di Salvatore Bono, compiuto l’8 settembre del ‘43 alla stazione ferroviaria di Nizza; le vicende personali di Salvatore Marchesi (fratello del grande latinista Concetto) animatore di vari CLN locali; la singolare e efficace attività del Gruppo Sbarchi di Vallecrosia, formazione partigiana clandestina sui generis e specializzata, che operò con gli Alleati stabilizzatisi a Nizza e a Villefrance sur Mer. Si collocano pure le vicende personali della moglie Ada e della figlia Lidia sempre di Concetto Marchesi, nascoste per mesi fra mare e Alpi Marittime; si inseriscono le violenze subite dagli ebrei deportati o fuggiti, trasferiti in Francia e difesi dalla rete di soccorso creata da Angelo Donati (importante banchiere ebreo di Modena e Console della Repubblica di San Marino, adottò due bambini ebrei e li fece nascondere a Triora per molti mesi), con il capitano dei carabinieri Massimo Tosti e il francese Père Marie-Benoit dei Frati Cappuccini; la solidarietà verso gli ebrei e la partecipazione alla Resistenza del mondo cattolico e della popolazione civile; si inserisce il dissenso espresso di molti vescovi del Sud Francia alla Repubblica di Vichy e l’aiuto agli ebrei, il ruolo del Vaticano alla luce di alcune documentazioni inedite raccolte presso l’Archivio Storico della Segreteria di Stato. Mentre Angelo Donati aiutava gli ebrei nel Sud della Francia, altri ebrei delle famiglie Donati di Modena venivano nascosti e salvati nel Monferrato da Brusasca e da alcuni parroci, come narra Paola Sacerdote Pinchet in una intervista inedita. Grazie alle ricerche e alla raccolta di documenti poco noti, all’esplorazione negli archivi del SOE e dell’OSS, alla consultazione del Fondo Aldobrando Medici Tornaquinci e di altri fondi archivistici e bibliotecari, si perviene ad una nuova narrazione della Resistenza nel Ponente ligure, lotta di Liberazione avvenuta anche con la fattiva collaborazione degli Alleati. Queste pagine si uniscono alle altre pagine già note ed edite, ma hanno un piglio nuovo, meno eroico e rivendicativo, più corale e meno militante, un po’ più fenogliano. La Resistenza viene declinata muovendo da piccoli episodi per giungere alle vere caratterizzazioni che ne hanno fatto un fenomeno non solo conflittuale e liberatorio, ma tanto umano, civile e morale, come ci hanno insegnato Beppe Fenoglio e Claudio Pavone. Queste pagine rivelano come Beppe Porcheddu, convinto antifascista e noto pittore-grafico ed illustratore, ospitò in incognito la famiglia di Concetto Marchesi e pure i due ufficiali inglesi Michael Ross e George Bell; come la missione Zucca guidata da Pietro Ziccardi e l’attività coraggiosa di Renzo Rossi agevolarono i rapporti fra partigiani ed Alleati; come la rete di intelligence creata da Gino Punzi sostenne le formazioni resistenti e garantì coperture agli aiuti alleati provenienti dalla costa francese. Emerge, soprattutto, come il Gruppo Sbarchi, sorto da un’idea del CLN e dalla SAP di Vallecrosia-Bordighera, abbia svolto un ruolo chiave e innovativo fra l’antifascismo locale e le formazioni partigiane italiane e quelle francesi; come il tratto di costa e il retroterra montano fossero fortemente connotate da presenze di ribelli, la cui attività ci viene confermata da mille testimonianze e pure dalla breve antologia dei notiziari della GNR; come la violenza dei tedeschi accompagnata dalle milizie fasciste non ebbe limiti, per illogicità e disumanità; come la popolazione seppe in ogni caso reagire, creando una forza oppositiva poi vittoriosa; come frequente sia stata l’interrelazione con la Resistenza del basso Piemonte e del cuneese, attraverso scambi di informazioni e di uomini, di armi e mezzi. Abbiamo difronte un mosaico di storia resistenziale che offre ancora novità, al di là del già noto e recuperato dalla nebbia del difficile ricordo».
Sergio Favretto, avvocato e già giudice onorario al Tribunale di Torino, è autore di testi di diritto amministrativo e
penale, con particolare attenzione al rapporto fra arte e diritto. A fianco della sua professione ha da sempre coltivato
la ricerca sulla Storia contemporanea e la Resistenza italiana, in quest’ambito ha pubblicato: Casale Partigiana
(1977), Giuseppe Brusasca: radicale antifascismo e servizio alle istituzioni (2006), Resistenza e nuova coscienza
civile (2009), La Resistenza nel Valenzano. L’eccidio della Banda Lenti (2012), Fenoglio verso il 25 aprile (2015).
In questa stessa collana ha pubblicato i volumi Una trama sottile. Fiat: fabbrica, missioni alleate e Resistenza
(2017) e Con la Resistenza. Intelligence e missioni alleate sulla costa ligure (2019). E’ relatore in convegni di storia
resistenziale. Collabora con la rivista Quaderno di storia contemporanea edito dall’ISRAL di Alessandria e con il
periodico on line L’incontro news di Torino.