Dagli inglesi a Mussolini, Villa Vista Lieta abbandonata nelle mani dello Stato

16 aprile 2022 | 07:15
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Appartiene al Demanio che prima l’ha messa in vendita e ora cerca qualcuno per rivalorizzarla

Sanremo. «Questa villa donata dalla signora Ogle Boyd al Duce venne da lui destinata a casa di riposo per ufficiali pensionati senza famiglia». Una semplice targa in marmo bianco racconta parte della storia di uno splendido edificio: Villa Vista Lieta, in corso Inglesi a Sanremo. Un grande complesso costituito da tre corpi di fabbrica rappresentati da villa, dépendance e casa del custode con annesso un parco pertinenziale, che si estende per oltre 18mila metri quadrati.

La proprietà, chiusa e abbandonata da oltre vent’anni, appartiene al Demanio dello Stato che dopo aver tentato la vendita tramite asta ora ha emanato un bando di concessione.

LA STORIA
Costruita nel 1901, la villa appartenne inizialmente al colonnello inglese Morgan Darljimple Treherne baronetto di Mexborough che la commissionò all’architetto Pietro Agosti per donarla alla moglie, la baronessa Agnese di Groppello. Nel 1912 la proprietà venne acquistata dall’antiquario inglese Thomas Boyd, che alla sua morte la lasciò in eredità alla figlia Ogle. La donna si sposò con un vicino di casa, anch’esso inglese, molto più anziano di lei, che presto la lasciò vedova. Ogle Boyd decise allora che la villa andasse a Benito Mussolini, all’epoca duce d’Italia. Fu lui a decidere di trasferire il bene al Demanio dello Stato in modo che potesse ospitare, tramite la gestione dell‘istituto nazionale «Vittorio Emanuele III», gli ufficiali soli e in difficoltà economiche.

Cinquanta camere, addobbi di pregio, vista splendida sul mare di Sanremo: il maestoso edificio dal coloratissimo tetto in ceramica policroma, divenne così casa per chi una casa non l’aveva. Almeno fino al nuovo millennio. La storia della villa “finisce”, infatti, nell’agosto del 1999 quando i N.A.S. dei Carabinieri di Genova, nel corso di un’ispezione dell’immobile, contestano agli otto generali ultraottantenni che l’abitavano, l’utilizzo irregolare e abnorme di una struttura alberghiera sprovvista della necessaria licenza. Nel 2000 si concretizza lo sgombero dell’edificio, che entra nei beni in possesso dell’Agenzia del Demanio. E’ l’inizio del declino. La villa viene razziata delle opere che contiene, altre vengono danneggiate. E soprattutto resta vuota in balia del tempo e degli eventi. La città perde la possibilità di usufruire di un immenso e curato giardino. E la proprietà dello Stato, invece che essere di tutti, diventa terra di nessuno, nonostante il il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con decreto del 2009, dichiari intoccabili la villa, il parco e le sue pertinenze in quanto «beni di interesse storico artistico particolarmente importante» e come straordinario esempio di raffinata architettura eclettica.

Ma facciamo un passo indietro. Villa Vista Lieta non ospitò solo anziani militari. La splendida dimora fu location, il 3 gennaio 1937, del ricevimento di nozze tra il marchese del Sabotino e duca di Addis Abeba Mario Badoglio, primogenito del generale Pietro, e la contessa Giuliana Rota di San Vito, discendente, per parte di madre, dei baroni inglesi che avevano posseduto la villa. Al fastoso evento partecipò, tra gli altri, anche Gaelazzo Ciano, all’epoca ministro degli Esteri. Il genero del duce era stato scelto da Badoglio come testimone di nozze.

IL PRESENTE
Con lo sgombero della proprietà, ordinato dal Comune di Sanremo su sollecitazione dei N.A.S. nel febbraio del 2000, la proprietà passa, come ricordato sopra, all’Agenzia del Demanio che, nonostante la legge del 2010 ne imponesse il trasferimento all’Ente comunale, la mantiene tra i suoi possedimenti. Tra l’altro, va specificato che una porzione del parco della villa è stato utilizzato dal Ministero della Difesa per costruire, negli anni Ottanta, la caserma di Villa Giulia, sede della Compagnia dei carabinieri di Sanremo. Proprio la presenza, anche se marginale, della caserma, ha fatto sì che l’intera proprietà venisse “catalogata” come  immobile in uso del Ministero dell’Interno e per questo motivo, dunque, trattenuto dall’Agenzia del Demanio. Ecco dunque il motivo per cui non è stata ceduta al Comune.

Il compendio immobiliare oggi appare, almeno dall’esterno, ben conservato. Porte e finestre sono murate per impedire l’accesso a curiosi. «Le condizioni di conservazione – scrive lo stesso Demanio – Sono nel complesso sufficienti con alcuni punti di attenzione (controsoffitto affrescato crollato per risolta infiltrazione di acqua meteorica e fessurazione su muratura del piano seminterrato). Non è da escludere la necessità di operare un intervento ricognitivo sullo stato di conservazione del manto di copertura in tegole».

IL FUTURO
Dopo un tentativo di vendita all’asta, al prezzo base di 9 milioni e 280mila euro, l’intera proprietà è ora oggetto di concessione di valorizzazione con bando pubblico, che verrà aggiudicato da chi farà l’offerta economicamente più vantaggiosa entro le 12 del prossimo 19 maggio. Con ogni probabilità, almeno che non venga richiesta una variante al piano urbanistico, la proprietà dovrà mantenere la destinazione d’uso residenziale.

E’ dunque tramontata l’idea di utilizzare il compendio come sede universitaria. Così come non è andato a buon fine, nel 2012, il progetto di trasformarlo in un albergo. Negli anni scorsi la villa è stata anche oggetto di interessamento da parte di una Onlus che aveva presentato un progetto per ottenere, a canone agevolato, la struttura in affidamento e destinarla a servizi socio assistenziali per persone con disabilità e bisogno di riabilitazione.

CURIOSITA’
Comparando una foto storica della fontana presente nel parco della villa matuziana con la foto di una fontana di un albergo a Rimini si nota una strana somiglianza. La statua del Nettuno, sparita da Sanremo, e i tritoni che adornavano la fontana sono praticamente identici, così come altri elementi bronzei che l’adornavano. In anni recenti, un alto funzionario di Palazzo Bellevue aveva sottoposto la questione ai carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale, su sollecitazione di alcuni storici locali. All’interno della villa vi era anche una scultura attribuita ad un allievo del Canova: anche in questo caso non si conosce il destino del pregevole manufatto. Resta invece abbastanza intatta la camera che ospitava, agli inizi del secolo scorso, lady Boyd.