Yacht “congelati” a Sanremo e Imperia, il conto degli oligarchi lo anticipa lo Stato

27 marzo 2022 | 18:20
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Yacht “congelati” a Sanremo e Imperia, il conto degli oligarchi lo anticipa lo Stato
Yacht “congelati” a Sanremo e Imperia, il conto degli oligarchi lo anticipa lo Stato
Yacht “congelati” a Sanremo e Imperia, il conto degli oligarchi lo anticipa lo Stato

Le imbarcazioni sono guardate a vista h24 dalla Guardia di Finanza da quasi un mese

Sanremo. Yacht “congelati” nei porti della Città dei Fiori e di Imperia, il conto degli oligarchi lo anticipa lo Stato. E’ questo l’ultimo dei paradossi che emerge dal decreto di “congelamento” (non si può parlare di confisca o sequestro, in assenza di un procedimento penale vero e proprio), dei beni riconducibili ai magnati russi finiti nella black list dei fiancheggiatori di Vladimir Putin.

Il blitz della guardia di Finanza in provincia di Imperia era scattato la sera del 4 marzo nel porto turistico del capoluogo, dove le fiamme gialle avevano notificato il primo provvedimento di fermo all’equipaggio del Lady M, riconducibile all’oligarca Alexey Mordashov. Il giorno dopo stessa operazione a Portosole di Sanremo: fermato il Lena di Gennady Timchenko. Da quel 4 marzo, giorno e notte, le due imbarcazioni di lusso, del valore stimato di oltre 50 milioni di euro l’una, sono guardate a vista dai militari che hanno il compito di vigilare su ogni minimo movimento a bordo.

Il paradosso all’italiana incomincia qui. Per prima cosa, c’è un evidente dispendio di forze dell’ordine che vengono quotidianamente sottratte alle normali funzioni di pubblica sicurezza e di controllo del territorio, per fare la guardia agli yacht ormeggiati (non basterebbe svuotargli i serbatoi?!). Ma il guaio vero e proprio sono i costi di occupazione dei posti barca. Chi li salderà? Stando al decreto legislativo 109, articolo 12, che disciplina tutta la procedura ed anche la custodia, la gestione e l’amministrazione delle risorse congelate, spetta all’Agenzia del Demanio sostenere le spese «necessarie o utili per la conservazione e l’amministrazione dei beni». Se però «dalla gestione dei beni sottoposti a congelamento non è ricavabile denaro sufficiente per il pagamento delle spese» – prosegue la norma -, allora il Demanio, o l’amministratore giudiziale eventualmente nominato, garantiranno ai gestori portuali i costi di ormeggio, potendo attingere da un apposito fondo nel bilancio dello Stato, «con diritto di recupero nei confronti del titolare del bene in caso di cessazione della misura di congelamento». In sostanza al Lena e al Lady M, da quasi un mese a questa parte, il conto della banchina lo paghiamo noi. E poi si vedrà.

Quanto costano gli ormeggi dei maxi yacht? Cifre da capogiro. Si parte dal posto barca. Per yacht che vanno dai 50 ai 90 metri, si arrivano a pagare anche 10 mila euro a settimana. Il prezzo varia a seconda della stagione e della richiesta del mercato. Poi c’è una questione legata alla sicurezza. Imbarcazioni così grandi devono avere sempre a bordo un capitano, un direttore di macchine ed equipaggio sufficiente a garantire le operazioni di manutenzione ordinaria. Al loro stipendio chi ci pensa? Teoricamente i conti degli oligarchi dovrebbero essere “congelati” come i loro yacht. E disporre bonifici dovrebbe tornargli un tantino complicato.

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