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Ventimiglia, al valico di frontiera di Ponte San Ludovico un presidio per le vittime innocenti delle mafie

21 marzo 2022 | 12:55
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L’evento nella giornata nazionale dedicata alla memoria e all’impegno per le vittime innocenti delle mafie

Ventimiglia. Giuseppe Di Matteo, Rita Atria, Claudio Domino, Adnan Siddique, Gaetano Marchitelli, Hyso Telheraj. Sono i nomi di alcune delle 1055 vittime innocenti delle mafie ricordati oggi al valico di frontiera di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia. Un luogo simbolico, quello del confine, «per fare dei ponti», ha spiegato Annunziata Venturelli (Libera e Presidio Hyso Telheraj). «Qual è un punto di incontro per fare dei ponti al giorno d’oggi, visto che ci troviamo con una guerra alle porte, dove tutti ci siamo sentiti coinvolti? Al confine tra Italia e Francia», ha detto.

E così a Ponte San Ludovico, una quarantina di persone tra italiane e francesi, si sono ritrovate per ricordare i nomi e le storie, terribili, che quei nomi portano con loro. Da Giuseppe Di Matteo, ucciso a 15 anni a San Giuseppe Jato, l’11 gennaio 1996, da esponenti mafiosi che volevano impedire che il padre, Santino Di Matteo, collaborasse con gli investigatori, a Rita Atria, testimone di giustizia che si uccise a 17 anni a una settimana dalla strage di via D’Amelio, in cui venne ucciso il magistrato Paolo Borsellino. E ancora: Claudio Domino, 11 anni, ucciso con un colpo di pistola alla testa a San Lorenzo, nel comune di Noto (Siracusa) il 7 ottobre del 1986; Gaetano Marchitelli, 15 anni, ucciso per errore il 2 ottobre 2003 a Carbonara di Bari, la sua “colpa” fu quella di trovarsi in una sparatoria fra malavitosi. Adnan Siddique, pakistano di 32 anni, ucciso perché aveva avuto il coraggio di denunciare i caporali che sfruttavano i suoi connazionali e anche gli immigrati africani. Come lui, anche Hyso Telheraj, che ebbe il coraggio di dire “no” alla violenza dei caporali e venne ucciso a Cerignola, in provincia di Foggia, l’8 settembre 1999. Aveva 22 anni.

I loro nomi, e quelli di altre vittime innocenti, sono stati scritti stamane sull’asfalto. Un gesto simbolico per ricordare chi pagò con la vita il proprio “no” alle mafie. L’incontro ha visto presenti i presidi di Libera Hyso Telharaj e Rita Atria, l’associazione studentesca Comprendre la mafia del campus di Mentone di Sciences Po Paris e la Spes di Ventimiglia, che nel pomeriggio dedicherà una panchina, dipinta dagli ospiti della comunità, alle vittime innocenti delle mafie. Alla manifestazione hanno aderito, tra le altre, anche l’associazione Feminist Union, l’associazione anti-razzista Alwanat, EnvironMenton, Sciences Po Refugee Help, UNICEF e l’Union de la Gauche et des Écologiste.