Variante salva Rt, Liguria Popolare: «Scajola e Berrino spieghino alla città»
Le richieste del gruppo di minoranza per la pratica legata alla valorizzazione del deposito di San Martino
Sanremo. Il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri ha ricevuto ieri i rappresentati delle associazioni del quartiere San Martino Sanremo Levante.
«Oggetto dell’incontro l’inversione a U dell’amministrazione comunale sulla variante urbanistica del deposito RT di Corso Cavallotti per consentirne la vendita a ( l’ennesimo) centro commerciale della Grande Distribuzione Organizzata incluso il settore alimentare. Obiettivo dell’operazione consentire a Rt di ricavare dalla vendita del deposito una maggior somma, di modo da rendere almeno presentabile ma non necessariamente approvabile) un piano economico che possa sostenere un’ipotesi di concordato preventivo davanti al Giudice Fallimentare di Imperia. Risultato per la città la ( ennesima) desertificazione del tessuto commerciale e sociale di un quartiere cittadino» – fa sapere Liguria Popolare che ha già espresso la propria opinione al riguardo «ossia che alcun sacrificio ulteriore possa essere imposto alla città di Sanremo senza un contro bilanciamento, una compensazione, innanzitutto per il quartiere».
«Non volendo credere a chi sostiene che l’operazione venga fatta principalmente per evitare le conseguenze avanti alla magistratura contabile che potrebbero derivare in capo a chi in Consiglio Provinciale votò l’affidamento in house del servizio di Trasporto Pubblico Locale (TPL) alla RT senza prima risanarla, cionondimeno non si possono evitare alcune considerazioni politiche. Sanremo è chiamata a un sacrificio (l’ennesimo) per consentire il tentativo di salvataggio di una società partecipata in cui i principali comuni della Provincia dopo Sanremo (Imperia, Ventimiglia, Taggia, Bordighera) ben si son guardati dall’entravi in misura che non sia solo simbolica (anzi le quote di Taggia, che le ha vendute, sono state acquistate dallo stesso direttore generale di Rt ing. Corrado, col risultato che Rt non è nemmeno più una società partecipata da soli soci pubblici); ciò non è corretto ed è profondamente iniquo poiché non può essere solo Sanremo a dover mettere mano al portafoglio ma ogni Comune, in proporzione ai propri abitanti, deve prendersi la propria parte di responsabilità. Inoltre Sanremo viene chiamata a cavare le castagne dal fuoco tanto alla Provincia quanto alla Regione e anche questi enti devono quindi fare la loro parte. La Provincia innanzitutto, sia perché su delega Regionale gestisce il servizio di Trasporto Pubblico Locale ed è la principale azionista, con circa l’83% delle quote di Rt, e ne ha sempre determinato l’azione e indicato i presidenti e i Consigli di Amministrazione che hanno portato la società allo stato prefallimentare attuale, scaricando sull’utenza e sui lavoratori il risultato di gestioni dissennate in cui è accaduto di tutto tra auto aziendali BMW e Mercedes, autobus a idrogeno, poltrone e arredi ufficio FRAU, terreni per insediamenti fotovoltaici per realizzare impianti per ricavare idrogeno per elettrolisi mai realizzati perché la strada per arrivarvi non consentiva il transito dei bus a idrogeno che vi si sarebbero dovuti rifornire, acquisizioni di linee in altre regioni, sedi sociali realizzate su terreni del demanio fluviale con necessità di successive sanatorie, assunzioni e consulenze elettorali, dirigenti inadeguati, e chi più ne ha più ne metta perché i risultati attuali parlano da soli. La Regione, perché titolare della funzione del Trasporto Pubblico Locale da Sarzana a Latte e si è invece occupata per lo più dei problemi dei trasporti di Genova città, concentrandovi risorse e attenzioni a scapito delle periferie. Se quindi il Consiglio Comunale di Sanremo dovrà votare la variante urbanistica in questione deve essere chiaro che ciò viene fatto non per esigenze funzionali allo sviluppo equilibrato della città e del territorio, ma per consentire un tentativo di salvataggio della Rt» – sottolinea.
«Il presidente della Provincia, deus ex machina dell’operazione, l’assessore regionale ai Trasporti, il presidente di Rt, devono spiegare alla città le ragioni per cui Sanremo è chiamata all’ennesimo sacrificio e lo devono fare in Consiglio Comunale prima dell’approvazione della pratica. Liguria Popolare chiede che il sindaco e il presidente del Consiglio Comunale invitino il presidente della Provincia e l’assessore regionale ai Trasporti, e convochino il presidente di Rt per la seduta in cui verrà trattata la pratica e chiede anche che i tempi del dibattito siano ampliati, perché se in tale occasione si salverà Rt occorrerà anche che nella stessa sede vengano assunti impegni formali davanti a tutta la città da parte di chi di dovere per dare adeguata e pronta compensazione alla città e al quartiere. E’ infatti necessaria quantomeno: 1) la realizzazione da parte di Rt della rotonda di San Martino incrocio C.so Cavallotti / Via Lamarmora/ Via della Repubblica; 2) da parte di Autofiori che ha già siglato l’accordo con ANAS la realizzazione dello svincolo dell’Aurelia bis di San Martino in uscita da ponente; 3) il completamento da parte della Provincia del plesso scolastico di Villa Magnolie; 4) la riconsegna da parte di Rt del deposito stazione delle corriere di Piazza Colombo al Comune; 5) la previsione da parte della Regione di un piano finanziario per il ripristino della filovia da Ventimiglia a Taggia, di cui vi è già il progetto, con la progettazione della sua prosecuzione fino a Imperia, per fornire un’alternativa ecosostenibile di trasporto pubblico sulla costa. Provincia, Regione e Rt devono assumere l’impegno davanti alla città che verranno realizzati almeno questi interventi, perché sarebbe oltremodo arrogante e ingiusto chiedere un nuovo sacrificio alla città, stravolgendone l’assetto urbanistico e socio economico dell’intero levante cittadino, sulla pelle e sulla viva carne di Sanremo e dei sanremesi» – dice.