Sopralluogo del Sappe al carcere di Sanremo, il grido d’allarme e le richieste del sindacato
Presenti il segretario nazionale Donato Capece e quello regionale Michele Lorenzo
Sanremo. Sopralluogo, questa mattina alla casa circondariale di Valle Armea, di una delegazione del Sappe (sindacato autonomo di polizia penitenziaria) con intesta il segretario nazionale Donato Capece e quello regionale Michele Lorenzo.

«Questa organizzazione sindacale – spiegano quelli del Sappe – ritiene che l’istituto penitenziario di Sanremo necessiti di una ponderata attenzione e valutazione a causa dei numerosi eventi critici che si stanno susseguendo da qualche mese a questa parte. Eventi critici che esulano dall’ordinaria quotidianità, avendo connotati pericolosi per la comunità e per il singolo. Tentativi di suicidio, risse, incendi dolosi ossia eventi che mettono a repentaglio l’incolumità del personale, dello stesso detenuto e della collettività tutta. Oggi, l’appurata assenza del medico psichiatra rende oggettivamente difficile, se non impossibile, continuare a gestire i detenuti che presentano caratteristiche psichiatriche».

DONATO CAPECE
Proseguono gli agenti «Un vasto campo di ragionamento che, considerando l’assenza di risposte da parte della Direzione di Sanremo alle nostre note sindacali, catalogano quel clima di silenzio per il quale siamo legittimati ad intervenire richiamando i troppi eventi critici, anche di importante violenza quali le aggressioni al personale, elementi che per noi rappresentano una gestione sicuramente da rimodulare per questo chiediamo: predisporre le linee guida operative per una gestione “in sicurezza” dell’istituto e delle attività esterne, anche di tutela penale e disciplinare; l’urgente assegnazione di 20 agenti di prima nomina; l’assegnazione di almeno 5 Ispettori indispensabili per l’organizzazione interna ed esterna l’istituto; rivedere la posizione di quel personale distaccato in altre sedi; . sollecitare l’apertura della già ultimata R.E.M.S. di Calice al Cornoviglio (Spezia); sollecitare l’assegnazione di due medici psichiatri; prevedere un tetto massimo di presenza di detenuti con problemi psichiatrici; rivedere tutta l’organizzazione del lavoro rinforzando il servizio nei reparti detentivi; dotare la Polizia Penitenziaria di tecnologia e strumenti per contenere le aggressioni. Oggi nessun strumento a nostra disposizione; Coinvolgimento degli enti pubblici provinciali e locali, comune, Prefettura, ad esempio».

MICHELE LORENZO