Sognando Sanremo sotto le bombe di Kiev, la storia di Nikita

2 marzo 2022 | 12:45
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Ex barista a Ospedaletti, ora si trova nella città che ha dato i natali a suo figlio di 10 mesi, senza possibilità di fuga

Sanremo. Lo scoppio delle ultime due bombe è risuonato nella notte di Kiev ieri alle dieci. Due istanti terrificanti che ci mettono in contatto per la prima volta con un sanremese d’adozione, ma ucraino di nascita, che si trova in trappola nella capitale ucraina da quando è scoppiata la guerra provocata dalla Russia di Putin. Lui è Nikita Zhdanov, 31enne, ex barista in un noto ristorante del lungomare di Ospedaletti, si trova ora insieme al figlio Marsel di 10 mesi e alla moglie Sabina, 27enne esperta di marketing, rintanato in un appartamento, senza possibilità di fuga.

L’intervista che ne segue (vedi video) nasce così, con l’invio alla nostra redazione delle immagini dell’ultimo bombardamento avvenuto ieri sera. NIkita, in Ucraina era ritornato alcuni mesi fa, proprio per far nascere a Kiev il suo piccolo, con il progetto di trasferirsi definitivamente a Sanremo successivamente, dove ci sono il mare e la montagna, il caldo e il bel tempo. Le condizioni ideali per crescere una giovane famiglia. I suoi sogni si sono momentaneamente infranti di fronte alla brutalità del conflitto scoppiato il 24 di febbraio. L’esercito Russo ammassa truppe al confine e infine invade l’Ucraina. Agli uomini giovani come Nikita è fatto divieto di lasciare il Paese. In più ci sono i nonni materni di 60 e 85 anni che hanno bisogno di cure.

«Noi siamo arrivati qualche mese fa perché a Kiev abbiamo i genitori di mia moglie, in particolare il papà di 85 anni che aveva bisogno di assistenza. Poi abbiamo fatto i vaccino per il Covid e ci siamo fermati qualche giorno in più per festeggiare il 18 febbraio il mio compleanno. Avevamo in programma di ritornare a Sanremo ai primi di marzo. La Russia ha stravolto i nostri desideri, la nostra vita, dopo il 24 febbraio è cambiato tutto», – racconta Nikita in collegamento diretto.

Generico marzo 2022

«Ieri, verso le dieci, gli ultimi due missili balistici avvistati dalla finestra di casa nostra, hanno colpito un deposito di gasolio vicino a Kiev. Nella mattina l’attacco alla torre della televisione, in pieno centro, che ha provocato la morte di una famiglia e del loro cane. E’ incredibile pensare che gli ultimi bombardamenti a Kiev si sono avuti durante la seconda guerra mondiale, quando qui agivano i fascisti che hanno compiuto le peggiori atrocità. Oggi i missili arrivano dalla Russia. E’ una guerra senza senso».

«Il mio cuore è con lacrime grandissime, – continua Nikita -. Sempre ieri mattina è stata bombardata Kharkov, città storica, anch’essa finita sotto le bombe nel corso della seconda guerra mondiale. Si trova vicino alla dogana con la Russia. I missili arrivano direttamente da oltre confine. La più grande piazza dell’Europa, che si trovava nel centro della città, ora non c’è più».

Ci domandiamo come sia potuto nascere il conflitto: «Ucraina ha scelto la sua strada. Essere con l’Europa. Il popolo dell’Ucraina vuole stare con l’Europa. Vicino alle frontiere ci sono tanti nostri paesani che non riescono ad uscire. Le persone non hanno dove poter dormire perché le case sono distrutte. Manca da mangiare, i medicamenti. Tutte le nostre forze sono con l’esercito ucraino che non sta difendendo solo noi ma tutta l’Europa. Nessuno sa quali siano i piani di Putin e della Russia. Non sappiamo cosa potrà succedere domani. Per questo chiedo a tutti i miei amici italiani e anche agli amici russi di unirsi per contrastare questa guerra».

«Come genitore sono preoccupato per mio figlio che è appena nato, nella peggiore delle situazioni. Per noi e per tutta l’Ucraina è molto importante la solidarietà che ci sta giungendo dall’Italia. Saluto tutti i miei amici italiani. Chiedo a loro di non fermarsi nell’inviare aiuti. Sono fondamentali come le sanzioni economiche imposte alla Russia. Viva l’Ucraina».