Rivieracqua chiude il 2021 con un milione di utile, ma la crisi energetica la riporta nel baratro
In vista aumenti del 25% sulle tariffe a partire dal 2023
Sanremo. Neanche il tempo di depositare il piano di risanamento e di chiudere il primo bilancio della storia della società in utile, che Rivieracqua si ritrova di nuovo nel pantano finanziario. A causare un impatto potenzialmente devastante sui conti del consorzio idrico provinciale è la crisi energetica, esplosa all’alba del conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
Per una società energivora come Rivieracqua, che della corrente necessità in grandi quantità per alimentare le pompe degli acquedotti e gli impianti di depurazione, l’esplosione del costo dell’energia comporterà, sul 2022, un aggravio di costi nell’ordine di circa un milione di euro al mese. Ad annunciarlo sono stati il presidente del consiglio d’amministrazione Gian Alberto Mangiante, affiancato dai consiglieri Sara Rodi e Giacomo Chiappori. Il Cda ha voluto mettere le mani avanti sui motivi che potrebbero comportare un’impennata delle bollette dell’acqua nell’ordine del 25%, ma a partire dal 2023, quando ci sarà il prossimo aggiornamento tariffario. Salvo deroghe precedenti.
Il caro energia, se prolungato eccessivamente nel tempo, inciderà anche sull’istanza di ristrutturazione del debito, depositata lo scorso 24 febbraio, seguita alla revoca del concordato di Rivieracqua. Il consorzio, gravato da oltre 50 milioni di debiti consolidati, aveva previsto di ripagare integralmente tutti i creditori nell’arco temporale di 3,5 anni. Un piano che dovrà subire delle modifiche, almeno sull’aspetto temporale, qualora la crisi energetica non dovesse rientrare da qui a poco.
«La crisi energetica sta avendo un impatto elevatissimo su ogni comparto e Rivieracqua non fa eccezione, – commenta il presidente Mangiante -. A marzo il prezzo dell’energia elettrica è più che raddoppiato rispetto al mese precedente. Questa situazione ci porta a dover rivedere i nostri conti e modificare il piano industriale della società. Ci auguriamo che gli interventi del governo possano calmierare la situazione».
«Rivieracqua – continua Mangiante – chiuderà per la prima volta il suo bilancio con un risultato utile importante di circa 1 milione di euro, secondo le previsioni attuali. Risultato determinato dalla verificata aggregazione dei gestori cessati. Se per gioco proiettassimo sul 2021 i costi sostenuti ora, mensilmente, per l’energia, arriveremmo alla fine di quest’anno con un perdita di 12 milioni di euro nonostante gli sforzi fatti per rimettere in ordine le cose».
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(Il presidente del Cda Gian Alberto Mangiante e la consigliera Sara Rodi)
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«E’ in atto una scandalosa azione speculativa a livello globale. Il governo dovrebbe intervenire sulla speculazione sulla benzina delle “sette sorelle”. Arrivando a Rivieracqua, oggi più che mai i Comuni dovrebbero apportare un aumento di capitale per dare una mano a questa società e salvarla dall’ingresso dei privati», – ha aggiunto l’ex sindaco di Diano Giacomo Chiappori.