Merce contraffatta, Guardia di Finanza sequestra 200mila euro di tessuti “fake” a Sanremo

4 marzo 2022 | 10:04
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Merce contraffatta, Guardia di Finanza sequestra 200mila euro di tessuti “fake” a Sanremo

Venduti attraverso due siti internet ora oscurati

Sanremo. Millesettecento metri quadrati di tessuti contraffatti, con le firme più rinomate dell’haute couture, sono stati sequestrati nei giorni scorsi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Imperia. Un’indagine, quella che ha portato al sequestro della merce, che ha un valore stimato di almeno 200mila euro, nata nell’ambito di un’attività investigativa svolta dai finanzieri della Compagnia di Ventimiglia, al comando del capitano Marco Migliaro e coordinata dalla Procura di Imperia, nei confronti di alcuni individui dediti alla commercializzazione di tessuti di pregio riportanti marchi di fabbrica contraffatti.

Hermes,Fendi,Dolce &Gabbana, Chanel, Louis Vuitton, Burberry, Balenciaga, Oscar de la Renta, Gucci, Dior e Versace: i tessuti, pronti per essere commercializzati, sono stati trovati a Sanremo, nell’appartamento, adibito a laboratorio sartoriale, di due uomini finiti sotto la lente degli inquirenti. Qui le stoffe venivano organizzate, tagliate e sistemate per rispondere alla domanda internazionale di merce contraffatta.

Per la vendita, gli indagati si avvalevano di due siti internet, ora “oscurati” in virtù di un provvedimento dell’autorità giudiziaria, fruibili esclusivamente in lingua inglese, con possibilità di pagamento in euro, sterline inglesi, dollari americani e bitcoin, e di un negozio a Sanremo, utilizzato come “copertura legale”, dove parte della merce era in vendita insieme ad articoli di abbigliamento e di arredamento.

Un vero e proprio business, quello messo in piedi, che andava avanti da almeno un anno: dalla Cina, dove i tessuti venivano prodotti, la filiera passava per il Ponente Ligure, con una solida base proprio a Sanremo, per poi proseguire in tutto il mondo, alimentando un traffico illecito in grado di produrre un volume d’affari di milioni di euro. Dettagliate gallerie fotografiche, caricate sui siti, riportavano il ricco assortimento di tessuti e prodotti falsi messi in vendita, ammontante a oltre 250 tipologie.

Le consegne agli acquirenti venivano eseguite attraverso corrieri italiani e francesi, ignari dell’illecito commercio.

Tutti gli indagati dovranno rispondere, a diverso titolo, dell’accusa di aver commesso il reato di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” previsto e punito dall’ art. 474 del codice penale che, in caso di condanna, prevede, in presenza di circostanze aggravanti, una pena fino a 6 anni di reclusione e una multa da 5000 a 50 mila euro.