Con la partita iva lavora nell’edilizia e prende il reddito di cittadinanza: accusato di truffa, assolto a Imperia

10 marzo 2022 | 15:14
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Con la partita iva lavora nell’edilizia e prende il reddito di cittadinanza: accusato di truffa, assolto a Imperia

L’avvocato Ramadan Tahiri è riuscito a dimostrare l’innocenza del suo assistito: «In regola con le disposizioni di legge»

Imperia. Il giudice del Tribunale di Imperia Paolo Luppi ha assolto “perché il fatto non sussiste” un 63enne italiano, residente nell’Imperiese, che era finito a processo per truffa in quanto, nonostante percepisse il reddito di cittadinanza, era stato trovato a svolgere un lavoro edile. Nelle indagini, compiute dal nucleo Ispettorato del Lavoro, era emerso che l’uomo era titolare di partita iva, dettaglio che non aveva comunicato all’Inps. «Al mio assistito era stato contestato il fatto che non avesse reso noto questo dettaglio al momento della richiesta del reddito di cittadinanza – afferma l’avvocato Ramadan Tahiri, legale dell’imputato -, ma è la legge stessa a non prevedere che venga resa nota la posizione lavorativa». Quando si chiede il contributo economico, infatti, se non si è disoccupati viene semplicemente chiesto l’Isee che deve essere inferiore a 9.360 euro.

Nella stessa legge, che regola le “disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, è specificato che, nel caso si inizi un lavoro, sia come professionista autonomo che come dipendente, il percettore di reddito di cittadinanza abbia 30 giorni di tempo per comunicarlo all’Inps. «Ho specificato, nella mia tesi difensiva, che il mio assistito aveva iniziato la ristrutturazione edilizia da pochi giorni, ed era dunque in tempo per segnalare la sua posizione all’ente di previdenza sociale».

Per l’imputato, anche il pm Veronica Meglio aveva chiesto l’assoluzione.

[Nella foto l’avvocato Ramadan Tahiri]