Al Sanremo Rugby la palla ovale si tinge di rosa

16 marzo 2022 | 18:29
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Al Sanremo Rugby la palla ovale si tinge di rosa

Ilenia Bongiovanni: «Al campo vedo tutta la passione delle ragazze per uno sport che allena fisico e mente»

Sanremo. Pian di Poma è la casa della palla ovale e il Sanremo Rugby è la casa di chi la ama. Le selezioni giovanili biancazzurre sono in continua evoluzione e, nelle ultime settimane, sono sempre di più le ragazze che si stanno avvicinando a uno sport troppo spesso considerato esclusivamente maschile. La presenza ‘rosa’ tra le fila del Sanremo Rugby si è particolarmente arricchita dopo la prestigiosa visita della Nazionale Under18: nuove piccole rugbiste hanno scelto di iniziare la loro nuova avventura.

L’occasione è quella giusta per fare il punto con Ilenia Bongiovanni, tecnico della selezione Under 5/7: «Sono in questo mondo da poco, ho scoperto il rugby facendo l’educatrice al Summer Camp della scorsa estate con il Sanremo Rugby, ci sono entrata in punta di piedi e mi sono appassionata a questo sport che, ancora nel 2022, viene considerato maschile. Invece, proprio al campo estivo, mi sono resa conto che la risposta agli allenamenti e alle attività era molto femminile e trasversale a tutte le età, le femmine erano più aggressive dei maschi e mi sono chiesta il perché».

«Ricercando, guardando gli allenamenti, mi sono data delle risposte – prosegue Ilenia Bongiovanni – il rugby è uno sport che coinvolge tutta la struttura muscolare con molti movimenti, allena il fisico ma anche la mente per sapere dove proiettare il passaggio e dove sono i miei compagni devo allenare anche la materia grigia. Uno sport a 360 gradi per allenare fisico e cervello. È motivante, si insegna ai ragazzi ad avere fiducia in loro stessi e verso i compagni, si cade ma ci si rialza sempre, non si molla, la palla si difende come fosse un regalo e si va avanti per raggiungere l’obiettivo. Il focus non è solo vincere, ma divertirsi e insegnare regole che poi sono anche di vita. Bisogna poi dosare le proprie capacità per non farsi male e non fare male al prossimo, devo fidarmi del compagno che è colui che mi protegge se ho la palla e al quale la devo passare se sono in difficoltà. Un vero sport di squadra. È molto bello vedere bimbe e bimbi fare il terzo tempo, socializzare con l’avversario, uno sport che insegna a socializzare e divertirsi, vedere delle opportunità nel compagno e nell’avversario».

«Quindi, perché no al rugby al femminile? – conclude Bongiovanni – quando mi hanno mostrato i video della Nazionale femminile Under18 al campo di Pian di Poma ho visto la coordinazione, l’intesa, fidarsi ed affidarsi all’altra. Nel 2022 non bisogna più chiederci se vada bene il rugby al femminile o no. È uno sport nel quale ci si diverte, si sta bene, si socializza, si insegnano tanti valori che possono essere portati dentro anche da grandi. Non ci sono differenze, il rugby è uno sport per tutti e che più appassionare tutti anche chi, come me, si avvicinata da meno di un anno».