“Adotta una tomba”, l’ultima speranza di salvare il monumentale dal degrado
Ieri il reportage di Riviera24 ha riportato lo stato conservativo dell’antico cimitero cittadino sotto i riflettori. Lunedì sopralluogo del vicesindaco Pireri
Sanremo. Si terrà questo lunedì il sopralluogo del vicesindaco con delega Costanza Pireri presso il cimitero monumentale della Foce. L’antico campo santo è tristemente ritornato sotto i riflettori dopo che da queste pagine, ieri, Riviera24 ha pubblicato un reportage sullo stato di incuria in cui versa. Tombe fatiscenti, ricoperte da macerie sulle quali sono adagiate anche le targhe dei cittadini benemeriti di Sanremo. Basterebbe partire da lì, ramazza, carriola e guanti per le erbacce, per restituire all’onore del mondo un luogo sacro e dal potenziale turistico del tutto inesplorato.
E’ a questo proposito che a Palazzo Bellevue è tornata in auge una vecchia proposta: “Adotta una tomba” contro il degrado. Ultima ancora per alcuni, primo passo verso un maggiore coinvolgimento della città nelle sorti del monumentale secondo altri. Per rendere istituzionale e legittimo un meccanismo di assistenza basato sul volontariato, gli assessori Pireri e Silvana Ormea (Patrimonio), hanno incaricato un commercialista di studiare lo statuto per la costituzione di un’associazione allo scopo di mettere a sistema le varie istanze di recupero di monumenti e sepolture provenienti dai privati.
“Adotta una tomba” è un’iniziativa lanciata per la prima volta nel 2014 dal Rotary Club Sanremo, poi rimasta chiusa in un cassetto. Nonostante questo, i club service cittadini sono riusciti negli ultimi anni in quello che apparentemente sembrava impossibile: restaurare, ottenendo tutte le autorizzazioni del caso. Come hanno fatto i club potrebbe fare anche il Comune, ufficialmente proprietario di tutti i manufatti ai privati dati in concessione. Se si verifica un crollo, o frana il terreno su cui sono poggiati i loculi, da santo il campo diventa ignoto. Il proprietario delle tombe (in molti casi al monumentale non ci sono più o gli eredi sono irraggiungibili, essendovi sepolti molti stranieri), sarebbe tenuto ad occuparsi della sola manutenzione ordinaria dei sepolcri, mentre al municipio spetterebbero le opere più importanti.
La mancanza di protocolli. E’ proprio l’assenza di protocolli tra enti pubblici, ad oggi fatto veramente incomprensibile, il principale ostacolo che si frappone di fronte a chi la buona volontà non manca. Non è un caso se i club service sono arrivati a farsi un “protocollo fai da te”, grazie al quale nel recente passato si è potuto dare seguito al recupero delle tombe del medico e chimico inglese Arthur Hill Hassall ed è in corso la restaurazione di quella di Lord William Brook Phipps Normanby, oltre a quella del più noto tra i defunti che riposano alla Foce: lo scrittore e illustratore inglese Edward Lear. Inaugurazione prevista a maggio. A finanziare gli interventi è una facoltosa fondazione benefica britannica presieduta da un erede di Lord Normanby.
La mancanza di protocolli chiari su materiali utilizzabili, modelli da compilare, tecnici abilitati, insomma di un vademecum di intervento, è forse il più grande scandalo a responsabilità pubblica esistente. Non solo Comune, che le autorizzazioni le concede e in tempi ragionevoli ma che dovrebbe farsi promotore di soluzioni, anche soprintendenza alla Belle Arti e quindi ministero. Per esperienza diretta di chi ci ha provato, prima di capire quale procedura bisogna adottare per recuperare una tomba si deve fare il giro delle sette chiese. Vittima presunta dell’assenza di protocolli chiari è anche la tomba dei genitori di Italo Calvino, così come le tante lapidi di cittadini di nazionalità ebrea per le quali persino l’ambasciatore italiano di Israele, Dror Eydar, nelle sue ultime visite a Sanremo, si è ripromesso di voler fare qualcosa.
I progetti di recupero. Sul finire degli anni ’80, l’ingegner Nicoletti fu incaricato da Palazzo Bellevue di fare un censimento generale delle tombe del cimitero monumentale. Da quel lavoro emerse che c’erano circa 400 sepolcri di stranieri completamente abbandonati. Ai primi del ’90, un altro tecnico, l’architetto Silvano Toffolutti, predispose un progetto preliminare per il ripristino di tutto il cimitero. Il lavoro tornò utile qualche anno fa per programmare il restauro delle arcate sud che il Comune di Sanremo ha completato impegnando circa 300 mila euro. Un più recente studio storico-artistico sul monumentale è stato curato dalla ricercatrice bordigotta Silvia Salvini tra il 2012 e il 2013.
Il patrimonio perduto. Altro aspetto di una gravità inaudita sono i furti che nel silenzio più assoluto sono stati compiuti al monumentale. L’ultimo clamoroso colpo è stato scoperto a febbraio. Ad essere trafugata è stata una statua dello scultore italiano Giuseppe Moretti. Un angelo in bronzo alto circa 50 centimetri. Moretti, pochi lo sanno, è conosciuto negli Stati Uniti e a Cuba come Raffaello in Italia dagli italiani. In Alabama, al centro di una piazza, si trova la più grande scultura in ferro battuto del mondo. L’autore è Moretti. L’indagine per risalire agli autori non sarà semplice: nonostante il cimitero sia guardato a vista da un custode, nell’area non ci sono le telecamere di videosorveglianza.
“Sweet Jesus have mercy”, è una delle frasi scolpite sul ceppo di una signora inglese sepolta nel cimitero della Foce. Se non si fa qualcosa, “Dolce dio abbi pietà” rischia di diventare un monito rivolto ai famigliari, i visitatori e i turisti che i confini del monumentale hanno l’ardire di attraversare.