Ventimiglia, sequestrano il figlio del debitore per farsi restituire i soldi prestati: in quattro rinviati a giudizio

Chiuso in un locale, con la saracinesca abbassata, e costretto a firmare una scrittura privata a suon di minacce
Ventimiglia. Il gup del tribunale di Imperia Paolo Luppi ha rinviato a giudizio una famiglia di quattro commercianti accusati, in concorso tra loro, di aver sequestrato un uomo, figlio di un altro commerciante di Ventimiglia, al quale avevano prestato circa 50mila euro, per farsi restituire i soldi.
I fatti sarebbero accaduti nel dicembre del 2019. Qualche tempo dopo la morte del commerciante debitore, i quattro imputati avrebbero chiesto al figlio di raggiungerli nella loro attività commerciale. Una volta entrato, però, l’uomo è stato chiuso dentro il locale. Una volta abbassata la saracinesca, i quattro (due coniugi, la figlia e il genero) avrebbero iniziato a minacciarlo, tentando di farsi giustizia da soli per rientrare in possesso dei soldi prestati. Anzi, stando a quanto sostenuto dalla pubblica accusa, sostenuta dal pm Luca Scorza Azzarà, la famiglia avrebbe chiesto alla propria vittima di sottoscrivere una scrittura privata di riconoscimento del debito per un importo maggiore del dovuto.
Gravi le minacce proferite dai quattro per costringere l’uomo a firmare: «Tu da qui non esci con le tue gambe», «Faremo del male ai tuoi nipoti, a te, a tua madre e a tuo cognato, ci rivolgeremo a gente che è capace di ammazzare per molto meno». E anche: «Io sono già stato in galera, non ho problemi a picchiarti anche davanti alla Polizia e ad accoltellarti». Frase, questa, detta dal capo famiglia che in mano impugnava un coltello a serramanico. «Te di qua non esci finché non hai messo una firma… te la faremo pagare facendoti picchiare, stronzo, sei una merda, non sei degno di tuo padre».
Quando la vittima ha chiesto ai quattro di smetterla di avere atteggiamenti mafiosi, uno degli imputati ha risposto: «Se non firmate vi spacchiamo le gambe… ricordati… hai dei figli… Sì, siamo mafiosi».
Il processo con rito ordinario nei confronti dei quattro commercianti, tutti difesi dall’avvocato Marco Bosio, si aprirà il prossimo 16 settembre davanti al giudice monocratico.