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Ventimiglia ricorda il questore di Fiume Palatucci, che morì per dire “no” alla deportazione degli ebrei

10 febbraio 2022 | 10:26
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Sacrificò la propria vita per salvare quella di chi, ingiustamente, veniva perseguitato

Ventimiglia. La città di confine ha ricordato oggi, nell’anniversario della sua morte avvenuta nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau, l’ex Questore di Fiume Giovanni Palatucci, riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme, e insignito della Medaglia d’Oro al Valore Civile alla memoria dello Stato italiano per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei.

«Dobbiamo ricordarlo perché ha detto “no” – ha dichiarato il prefetto di Imperia Armando Nanei – Si è rifiutato di porre in essere atti di violenza, di razzismo, nei confronti degli ebrei, delle minoranze, alla violenza che veniva perpetrata nei campi di concentramento, con il trasferimento ad Auschwitz, a Dachau, e nelle decine di campi di sterminio».

A Fiume, Patalucci, si trovò infatti a dover affrontare e gestire la situazione dei profughi che dai Balcani arrivavano in Italia, quasi tutti ebrei, e l’impatto che le leggi razziali ebbero sulla popolazione ebraica. In quegli riuscì ad organizzare una rete di prima assistenza per salvare i perseguitati dalla deportazione nazista e per questo fu tradotto nel campo di sterminio di Dachau. Il 10 febbraio 1945 morì, a 36 anni, a pochi giorni dalla Liberazione. Per questo motivo, l’ex questore che ha sacrificato la propria vita per salvare gli altri, è stato dichiarato “Servo di Dio”.

Oggi il prefetto Nanei, insieme al questore di Imperia Giuseppe Felice Peritore e al sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino, hanno scoperto una targa dedicata a Palatucci nei giardini delle scuole Biancheri di via Roma. Per ricordare la sua figura è stato anche piantumato un albero di ulivo, simbolo di pace, salvezza e prosperità per le generazioni future.