Ucraina, Coldiretti Liguria: «Guerra ulteriore mazzata per l’economia e per il “Made in Italy”»

25 febbraio 2022 | 12:50
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Ucraina, Coldiretti Liguria: «Guerra ulteriore mazzata per l’economia e per il “Made in Italy”»

«Agricoltori e pescatori per la pace»

Genova. «Agricoltori e pescatori per la pace»: questa la richiesta avanzata durante la manifestazione organizzata in Darsena da Coldiretti per fermare la guerra scatenata da Putin che rischia di affossare l’economia e mette a rischio le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Russia e in Ucraina che nel 2021 hanno complessivamente superato un miliardo di euro. Se le vendite in Russia hanno raggiunto lo scorso anno 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020, dovuto soprattutto a pasta, vino e spumante, quelle in Ucraina valgono altri 350 milioni di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di cancellare completamente il Made in Italy a tavola dai mercati di Mosca e Kiev, aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea. Un blocco che è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo.

«Il Decreto di embargo tuttora in vigore colpisce un’importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. –spiegano Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato Confederale – Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. E’ necessario più che mai trovare immediate soluzioni a queste situazioni: bisogna difendere le nostre produzioni già messe in ginocchio dal Covid e dai rincari che con la guerra cresceranno ulteriormente; il caro petrolio spinto dall’invasione dell’Ucraina costringe le barche della flotta ligure a rimanere in banchina e i trattori a spegnere i motori. Le ritorsioni della Russia, inoltre, colpiscono duramente i mezzi di produzione, a partire dai concimi, obbligando i produttori a tagliare i raccolti, sconvolgendo i mercati e favorendo le speculazioni».