Il cantautore

Sanremo 2022, Fabrizio Moro: «”Sei tu” è un pezzo della colonna sonora del mio primo film “Ghiaccio”»

Nella serata delle cover eseguirà “Uomini Soli” dei Pooh

Sanremo. «E’ difficile da spiegare quello che si prova a tornare sul palco dell’Ariston: mi sono emozionato, ho avuto paura, mi viene da piangere, mi sono commosso perché è stato molto negativamente intenso quello che abbiamo provato a causa della pandemia ed è stata una botta di energia tornare ma al contempo è come se il tempo non fosse mai passato» – dice Fabrizio Moro in gara alla 72esima edizione del Festival di Sanremo con “Sei tu” «Ho deciso di partecipare al Festival quest’estate mentre ero avanti nella produzione del film e di album. Non ero sicuro di partecipare perché qui c’è tanta pressione e perciò avevo tanta paura, poi ho incontrato Amadeus che ha sentito questa canzone, abbiamo parlato e ci siamo convinti a vicenda. Sanremo è un grandissimo riflettore e alla fine ho deciso di partecipare. Ci sono diverse cose che danno origine ai miei pensieri e in questo momento sono i miei bambini, da quando sono diventato papà la mia vita è molto più fluida e sono più contento, tutto è paradossalmente più equilibrato. Sedermi a capotavola è un’immagine che mi dà forza e sul palco dell’Ariston ho pensato a questa immagine per darmi forza e cantare bene. Spero che il Festival possa essere una linea di demarcazione per tornare alla spensieratezza di un tempo».

«Sono contento che ieri sera la parte del televoto sia andata molto bene, faccio quello che faccio per essere apprezzato dal popolo, impongo la mia personalità e la mia musica e mi fa piacere che le persone riescano anche ad emozionarsi ascoltando la mia musica. Nonostante stiamo vivendo ancora un incubo la gente ha ancora voglia di ballare e mi sono commosso quando hanno suonato i Medusa e si sono tutti alzati in piedi a ballare. Tanti cantanti in gara non li conoscevo, mi ha aiutato Irama a conoscerli. Non ho ancora sentito tutti i pezzi perché chi è nel Festival ha tempi diversi da chi guarda il Festival e così non ho avuto il tempo di percepirli bene, però i personaggi che mi sono piaciuti molto sono Michele Bravi, perché lo trovo vero, Irama, Elisa e mi è piaciuta molto la canzone di D’Argen perché mi ha dato un senso di gioia» – commenta il cantante alla sua settima partecipazione al Festival.

Fabrizio Moro

“Sei tu” è il pezzo portante della colonna sonora del film “Ghiaccio”, interamente composta da Fabrizio Moro e scritto e diretto da Moro e Alessio De Leonardis: «Il film uscirà nelle sale il 7, l’8 e il 9 febbraio. Credo che sia un punto di partenza nuovo per me. Inventarmi dei personaggi su una sceneggiatura, immaginare e poi vedere che tutto prende vita è stata un’esperienza fantastica. Mio nonno materno era un pugile e mi ricordo che mi svegliava di notte per vedere gli incontri e mi ha trasmesso questa passione. Il film è ambientato negli anni ’90 in un periodo in cui si seguiva tanto il pugilato. Il pugilato è una filosofia di vita e io sono sempre un combattente e senza la battaglia sarei un uomo perso. Nel film ci ho messo tanto di me e racconta come l’amore viene delineato come salvezza. Il personaggio principale attraverso l’amore riesce a salvarsi come è accaduto a me in questo periodo della mia vita. Era da un sacco di anni che volevo scrivere una canzone per un film, non me l’hanno fatto fare e così ho fatto un film mio. Era comunque da diversi anni che avevo in testa di scrivere un film. La storia di “Ghiaccio”, il mio primo film da sceneggiatore e regista, insieme ad Alessio De Leonardis, l’ho raccontata ormai diverse volte e non è questo il punto fermo in cui voglio aggiungere nuovi particolari ma, è stata proprio la storia raccontata da me e Alessio in “Ghiaccio” che è riuscita a sbloccarmi, mi ha dato quel carburante necessario per smuovere stomaco e cuore e andare a scrivere nuove canzoni. Spesso di notte, mentre ero ricurvo sulla sceneggiatura del film a scrivere i dialoghi dei personaggi, in quelle parole trovavo dentro una canzone, la mia vita e il coraggio di andare avanti. Tutto sembrava difficile ed incerto e lontano ma dentro vedevo la speranza di tornare a vivere. Mi è servita tanta pazienza per non annegare fra le pareti di casa, una bella casa, per carità e ringrazio Dio per questo ma, anche se queste giornate venivano vissute all’interno di un salone pieno di comfort, io mi sentivo lo stesso prigioniero. Tutti ci siamo sentiti prigionieri, attaccati ad un guinzaglio d’acciaio indistruttibile! Privati, da un giorno all’altro del bene più grande che ci è stato concesso in vita: la libertà. C’è voluta pazienza e c’è voluto un motivo. Serve sempre un motivo per uscire da una situazione di “merda” e il mio motivo, come al solito, è stato un nuovo sogno da realizzare: scrivere un film. Continuerò a fare film, ne ho già scritti altri. Musica e cinema hanno sempre viaggiato in parallelo per me» – svela.

Stasera nella serata delle cover eseguirà “Uomini Soli” dei Pooh: «L’ho scelta perché è una canzone che mi chiedevano sempre di suonare all’inizio della mia carriera e così ho avuto modo di capirla bene. L’ho stravolta ed è stato anche difficile farlo. Il brano è molto etereo, è un’opera ma piuttosto che toccare un millimetro di quella produzione l’abbiamo stravolta. Spero possa piacere e di fare bella figura davanti a Facchinetti. Ho lasciato però la stessa sonorità. Ero indeciso tra questa canzone e “Bella senz’anima”».

Oggi è uscita “La mia voce”, il nuovo lavoro di Fabrizio Moro suddiviso in due differenti parti. La prima, uscita il 4 febbraio, contiene sei brani inediti (“La mia voce”, “Sei tu”, “Le cose che hai da dire”, “Continuare a cercare”, “Oggi” e “Era bello”) mentre la seconda parte dell’Ep, la versione in vinile, si arricchisce di due bonus track (“I pensieri di Zo” e “La mia felicità”) e sarà pubblicata ad ottobre 2022: «In un momento in cui ci sono tanti interrogativi a causa della pandemia penso che sia fondamentale non abbandonare e sopprimere la nostra voce interiore e tirare sempre fuori la nostra individualità e così ho scritto “La mia voce”. A marzo 2020 la nostra libertà, il nostro lavoro, i nostri affetti, le abitudini di sempre e la nostra intera vita, venivano, e vengono ancora oggi, messi a rischio da una pandemia mondiale che, ha stravolto completamente l’equilibrio fra noi, le nostre speranze e il nostro futuro. Tutto è diventato incerto: i nostri sogni, le aspettative, i progetti e anche la nostra forza interiore».

«Da sempre ho scritto le mie canzoni – continua il cantautore immaginandomele su un palco già dalla composizione dei primi versi, andavo avanti nella scrittura pensando a cosa sarebbe successo con davanti una platea, nel momento in cui avrei gridato quell’inciso o suonato quel determinato riff con la chitarra, il palco è sempre stato per me, la più grande fonte di ispirazione. Addirittura a volte mi venivano in mente strofe, parole, titoli proprio mentre ero in concerto e, quando accadeva, uscivo per fare una pausa di un minuto per appuntarle sul telefono. Sono ormai due lunghi anni che non facciamo un vero tour, che non proviamo più l’adrenalina pre-concerto che sale quando le luci si spengono e il boato del pubblico ti raggiunge fin dietro al backstage che ti fanno vibrare le corde dell’essere. In quel momento senti di essere nel posto in cui hai sempre desiderato essere e senti che le tue intenzioni erano giuste e che la tua vita non sta andando sprecata. Tutto questo, tutte queste sensazioni erano il carburante principale per muovere il motore dello stomaco e del cuore e degli organi principali per “generare” l’ispirazione. Ecco, l’ispirazione in questi due anni lontano dal palco ho dovuto trovarla in altre “sedi”. Ho lavorato su me stesso perché lontano dal palco, il mio cuore e il mio stomaco non producevano più carburante a sufficienza per poter scrivere. Attraverso la musica cerco di esprimere quello che non mi piace della società, il disagio che provo».

Il cantante nella sua vita ha sofferto di depressione ma l’amore e l’arte lo hanno salvato: «Sono una persona anti social, sono sempre stato depresso ma mi sono riversato nell’arte: attraverso la musica, il cinema e alle canzoni che scrivevo sono riuscito a salvarmi, come l’amore che mi ha salvato spesso, soprattutto in questo momento. Non sono più adolescente ma se non fai un percorso psicologico prima o poi le turbature interiori te le porti dietro. La mia ragazza e i miei figli mi hanno salvato. Senza queste persone intorno a me sarei affogato in una nuova depressione. E’ importante individuare un sogno, svegliarti alla mattina e sapere quello che devi fare, se si ha una meta da raggiungere, anche se non si ha successo, è importante come propria gratificazione personale. Quando scrivo spesso non so neanche cosa voglio esprimere poi quando vado a rileggere ci trovo un senso dentro. Ci sono delle giornate e dei momenti della vita dove non si riesce a confrontarsi con il mondo e la vita e spesso bisogna avere la forza di affrontarle con il piede giusto. Non avevo previsto di partecipare a Sanremo poi però è arrivata “Sei tu”, scritta per una persona che, in questo momento così surreale e complicato, mi ha salvato dalla parte peggiore di me, dal mostro, dalla depressione. L’amore è l’unica via d’uscita, sempre e per tutti, è l’unica via d’uscita da questa depressione creata dalla mancanza di certezze, dalla mancanza di abbracci, dal dubbio di domani, dalla mancanza di lavoro, dalla pandemia, dalla rabbia sociale, dall’angoscia che ci viene a svegliare alle 5 del mattino, l’amore è l’unica via di uscita, inutile girarci intorno. Ho fatto pace con tanti miei limiti e ho imparato ha dire ti voglio bene. La mia concezione di felicità è stare in pace con la mia famiglia».

Dopo Sanremo Fabrizio presenterà l’album in due eventi speciali a Milano e Roma: «Sarà l’occasione per assistere ad uno showcase live esclusivo e ad un talk. Per la mia vecchiaia invece mi vedo in un posto isolato a pescare e a scrivere libri. E’ un sogno che vorrei realizzare, mi piacerebbe allontanarmi dal caos».

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