Balneari

Sale la preoccupazione fra i balneri: «E’ in atto un vero e proprio esproprio». Intervista a Donato Piccirilli

«Non si tratterà di togliere uno stabilimento ad una persona, colpevole solo di aver seguito le leggi in vigore in quel periodo, per darlo ad un'altra, ma saranno piuttosto le multinazionali a fare una vera e propria razzia»

Santo Stefano al Mare. Il mondo dei balneari sta cambiando in tutta Italia e per quanto riguarda la Liguria sono oltre 800 le attività interessate. Ma cosa sta succedendo e quali sono le principali preoccupazioni fra chi ha uno stabilimento balneare? Il Consiglio dei ministri ha approvato un emendamento con nuove regole in base al quale dal primo gennaio 2024 le spiagge italiane torneranno libere e chiunque potrà partecipare all’assegnazione di una o più concessioni balneari.

Abbiamo chiesto ad uno storico rappresentate della categoria dei balneari, Donato Piccirilli della “Baia Azzurra” di Santo Stefano al mare, quali sono le preoccupazioni più sentite da chi svolge questa attività.

«Siamo veramente preoccupati perché di fatto è in atto una sorta di esproprio. Quando nei primi anni 2000 abbiamo preso questa spiaggia facendo importanti investimenti, c’era il diritto di insistenza e il rinnovo automatico. In questo caso si era protetti e si potevano pianificare interventi a lungo termine. Noi, come la maggior parte dei balneari italiani, abbiamo fatto tantissimi investimenti sulla base di requisiti che sono stati cancellati con un colpo di spugna. Si parla di un indennizzo ma ad oggi non si capisce chi dovrà erogarlo e in quali modi».

In un momento di grandi preoccupazioni, a livello mondiale, parlare del destino degli stabilimenti balneari pone un quesito agli addetti ai lavori «I nostri governanti, in questo periodo dove abbiamo il caro bollette che ci sta strozzando e una guerra alle porte, si preoccupa degli stabilimenti balneari. Quasi come se fosse un disegno per far intervenire i famosi poteri forti cioè le multinazionali, in attesa di poter prendere le nostre spiagge. Abbiamo visto che dove ciò avviene, ai cittadini non viene niente di buono. Non si tratterà di togliere uno stabilimento ad una persona, colpevole solo di aver seguito le leggi in vigore in quel periodo, per darlo ad un’altra, ma saranno piuttosto le multinazionali a fare una vera e propria razzia in tutta Italia», commenta Donato Piccirilli.

In Italia sono circa 30mila le concessioni balneari, la maggior parte gestite a livello familiare, e monoreddito: «tanstissime famiglie si troveranno senza lavoro e senza più risorse e questo diventerà un grosso problema anche a livello sociale» conclude Piccirilli.

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