Migranti nel cantiere, a rischio i lavori per realizzare parcheggi in corso Genova

Fabbricato utilizzato come dormitorio e via vai di stranieri impediscono agli operai di lavorare in sicurezza
Ventimiglia. La presenza di migranti all’interno del cantiere per la realizzazione di centinaia di posti auto in corso Genova rischia di far fermare i lavori. E’ quanto si apprende da una missiva inviata al Comune e firmata dall’ingegnere Enrico Grosso e dal geometra Sauro Schiavolini: i tecnici responsabili dei lavori nelle ex aree ferroviarie.
A preoccupare gli operai, in particolare, la presenza di una quindicina di stranieri che utilizza il fabbricato in prossimità di via Dante come dormitorio. Ora che i lavori di pavimentazioni delle aree parcheggio a est sono quasi terminati, gli operai dovrebbero iniziare a realizzare la scala di accesso al parcheggio e completare i posti auto. Ma questi ultimi si trovano proprio nell’area divenuta da mesi bivacco dei migranti. In particolare è proprio nel fabbricato utilizzato come dormitorio, che dovrebbero essere realizzati i locali tecnici necessari per l’impianto fotovoltaico e quello di telesorveglianza.
«Attualmente, come ben noto, l’edificio, pur essendo all’interno del cantiere, è sempre utilizzato come dormitorio da un gruppo di migranti, circa una quindicina di persone, che in più momenti della giornata si spostano nell’ambito delle aree di lavoro», scrivono i tecnici, lamentando una situazione che «non può più essere tollerata in considerazione delle nuove opere che andremo a realizzare prossimamente, con movimentazione di mezzi d’opera e di materiale di scavo che dovrà essere accatastato in più punti, analogamente l’impresa dovrà avere accesso esclusivo al fabbricato per predisporre i locali tecnici sopra richiamati».
Mezzi di cantiere, come ruspe ed escavatori, non possono entrare in funzione se ci sono persone non titolate ad accedere al cantiere stesso. Questo il motivo per cui «l’impresa giustamente manifesta grandi perplessità sulla prosecuzione del lavori in questa situazione difficile».
La richiesta degli addetti ai lavori è semplice e perentoria: «si richiede quindi un intervento decisivo e immediato delle forze dell’ordine per allontanare definitivamente e in modo permanente queste persone dall’ambito del cantiere, in particolar modo
dall’edificio attualmente utilizzato come dormitorio». Se questo non dovesse accadere, i lavori saranno sospesi a tempo indeterminato.