Il grande intellettuale Edoardo Albinati a Imperia: la Biblioteca fiorisce di cultura e umanità

13 febbraio 2022 | 18:53
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Il grande intellettuale Edoardo Albinati a Imperia: la Biblioteca fiorisce di cultura e umanità

Grande partecipazione di pubblico

Imperia. Dal “sì” a un improbabile “assolutamente sì”: Albinati a Imperia ha ripercorso la terra delle sue radici materne e non gli serve un rafforzativo. «Tutto ciò che è in più viene dal male», direbbe il Vangelo, e se la nostra Italia fu definita il Bel paese nel quale l’affermazione non ha bisogno di altre parole la bella Imperia ha accolto il celebre scrittore con una splendida giornata di sole, Parasio, passeggiata degli innamorati, il porto di Oneglia e mare.

Ne ha per tutti, ma non si creda che voglia invischiarsi nel qualunquismo furbetto: il vincitore del Premio Strega del 2016 con il successo ‘La scuola cattolica’, monumentale ricostruzione dei fatti legati al massacro del Circeo, la cui versione cinematografica era stata per un po’ inspiegabilmente censurata per i giovani, lamenta un cedimento del linguaggio. In un taccuino, questa volta piccolo ma denso, raccoglie osservazioni catalogate per mesi, della vita nell’era del Covid; e nota «un appiattimento, una retorica bolsa, una volgarità non giustificata, che trascinano ogni partito, ma anche cantanti e pubblicità, e rischia di trascinare il linguaggio letterario reso indistinguibile dal gergo». E così ci racconta di questa stagione di retorica, muta, in ascolto, e poi dalle strade di Roma a quelle di Imperia, ad Achille Lauro a espressioni linguistiche come «quelli che sono i problemi», «peggio che andar di notte», «Mi ci pulisco il cuore», forse il più brutto titolo di tutti i tempi ma anche citando Kafka: «Puoi tenerti lontano dalle sofferenze del mondo, ma forse è proprio questo tenertene lontano l’ unica sofferenza che potresti evitare».

Albinati conosce il male vero quello punito in carcere, il grande scrittore, che insegna presso il penitenziario di Rebibbia; e sa che le cose hanno un nome, fosse anche ‘recluso’, e che se si anima un’invettiva minacciosa occorre essere dei Dante Alighieri. Questa stagione di retorica sarà definitiva? E sarà la letteratura a salvarci? Verrebbe da rispondere ‘dipende’: «i suoi alunni-carcerati imparano ma non è garantito che si emendino una volta usciti dalla prigione; quello che accade è che è ottimo non rovinarli, perché a volte chi fa di un solo libro la propria vita può essere una fanatico; non diciamo però che è sempre meglio di un calcio dove fa male (Albinati detesta questa forma di pessimismo): almeno quel tempo passato insieme e davanti alla cultura viene speso bene; così come ben speso è stato questo tardo pomeriggio, in una sala gremita fino all’inverosimile da un pubblico quanto mai eterogeneo: studenti con insegnanti, autorità, a partire dal presidente della Provincia e sindaco Claudio Scajola con la consorte la professoressa Maria Teresa Verda Scajola, all’assessore alla cultura Marcella Roggero, che ha fatto, inoltre, scoprire con molta grazia gli angoli più belli della città all’autore, alla professoressa Francesca Rotta Gentile che ha organizzato l’incontro e posto domande molto stimolanti al vincitore del Premio Strega, all’attore Franco La Sacra che ha animato con letture tratte dal libro “Velo pietoso” e il giornalista imperiese Stefano Delfino che ha introdotto Albinati, passando per una umanità di lettori attenti e curiosi appassionati».