Il cantautore napoletano

Giovanni Truppi debutta a Sanremo 2022 con “Tuo padre, mia madre, Lucia”: «Il brano mi rappresenta»

Nella serata delle cover canterà “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André insieme a Vinicio Capossela

Giovanni Truppi

Sanremo. «E’ stata una grandissima emozione e una grande paura esibirmi sul palco dell’Ariston. L’esibizione di ieri sera arriva a valle di un lavoro durato tanti mesi non solo mio ma anche di tante persone e, anche se sul palco ero da solo, sentivo questa responsabilità. “Tuo padre, mia madre, Lucia” è un testo che mi piace molto e penso che mi rappresenta, contiene ruvidità e chiaroscuri» – dice Giovanni Truppi, che ieri ha cantato il suo brano “Tuo padre, mia madre, Lucia” per la prima volta sul palco dell’Ariston in occasione della 72esima edizione del Festival di Sanremo «Il pezzo è nato nella mia testa e poi ci ho lavorato sul piano e sulla chitarra spostandomi da uno strumento all’altro. Ho cercato di lavorare su una scrittura classica. Il brano non è nato pensando a Sanremo anzi è proprio il contrario, ho pensato che fosse adatto per raccontarmi a Sanremo. E’ la prima volta che propongo una canzone al Festival, anche se il pensiero mi ha sfiorato altre volte in passato, e alla fine mi hanno chiamato. Ieri sera mi sono esibito in canottiera, perché lo faccio sempre, è il mio modo di stare in scena e mi sembrava giusto raccontarmi fedelmente».

“Tuo padre, mia madre, Lucia” è una dichiarazione d’amore, forse la più compiuta che Truppi abbia mai creato. La canzone, che è online su tutte le piattaforme digitali, condensa le caratteristiche di scrittura di Giovanni, la sua inconfondibile capacità di fondere linguaggi musicali diversi e l’inventiva metrica e melodica, mettendole al centro di una nuova sfida musicale: la costruzione di una love song in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classicità e sperimentazione. «E’ il primo brano a vedere la luce dopo due anni complicati e parla di scegliersi anche nei momenti difficili della vita e delle relazioni e approfondisce il modo di vivere un rapporto in età adulta. La difficoltà del portare avanti la quotidianità del rapporto io, come tutti, l’abbiamo vissuta in questi anni pesanti per tutti a causa della pandemia. Credo, per esperienza personale, che sia ovviamente più facile accendersi per una persona che riuscire a trovare dei buoni motivi per rimanere accesi» – racconta il cantautore napoletano classe 1981.

Scritto con la complicità dei suoi due più fidati collaboratori, Marco Buccelli e Giovanni Pallotti, insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa (I Cani), il brano è prodotto da Marco BuccelliTaketo Gohara, coadiuvati da Stefano Nanni a cui è stata affidata la scrittura degli archi. È la prima volta che Giovanni collabora con un gruppo di lavoro così esteso: il nucleo del brano, nato quasi di getto dalle riflessioni del cantautore campano, è stato coltivato in modo profondo e condiviso tra tutti gli autori del pezzo. «Le tipologie dei coautori del brano esprimono effettivamente come vedo la canzone in maniera trasversale e personale. Ho la mia personalità e ho cercato di conservare tutti gli spigoli possibili che mi appartengono perché volevo arrivare a Sanremo mostrando quello che ero. L’importante è il migliore racconto di me e di quello che ho fatto in questo percorso, racconto i sentimenti che vivo».

Il brano è accompagnato da un video in uscita oggi, la regia del video è affidata a Francesco Lettieri, celebre regista che torna a dirigere un videoclip dopo il successo dei film Ultras e Lovely Boy. Nel video, Giovanni si ritrova a suonare in un hotel improbabile, in una cena la cui atmosfera ricorda quella del Capodanno anticipato di Fantozzi. La serata piano piano si trasforma, e con lei Giovanni, che si ritrova a condividere con i bizzarri partecipanti qualcosa di magico, tra picchi di euforia e momenti di malinconia, quella che doveva essere una notte dimenticabile, a tratti anche imbarazzante, diventa un momento magico che li unirà per sempre, anche se non si rivedranno mai più. «Mi sono affidato totalmente a Francesco, il video nasce da una sua idea che mi è piaciuta da subito: completare il racconto che fa la canzone e completare il racconto di me all’interno del Festival. Il soggetto riguarda una convention aziendale di un’industria casearia nella periferia di Napoli. Lucia è il nome di mia figlia e rappresenta il mondo esterno. I tre personaggi rappresentano la soglia dell’intimità immediatamente aldilà di una coppia, come la famiglia o gli amici» – spiega Giovanni Truppi, che ha già ricevuto due importanti riconoscimenti: “Il Premio Lunezia per Sanremo 2022” per il brano “Tuo padre, mia madre Lucia” e la “Targa MEI Artista Indipendente di Sanremo 2022″.

Il 4 febbraio, nella serata delle cover, Giovanni Truppi canterà sul palco dell’Ariston “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André insieme a Vinicio Capossela. «E’ una canzone che ho scelto perché mi sento molto rappresentato, ha un testo che è un compendio di istanze che mi sembrano importantissime. Nel mio piccolo  non mi sono occupato solo di amore e mi sembrava opportuno raccontare anche questa altra parte di me a Sanremo e così ho pensato subito a Vinicio Capossela che ammiro da tantissimo, il cui percorso è stato un faro per me. Sono onorato che sia al mio fianco e mi fa sentire pieno di responsabilità reinventare Fabrizio De André. Suonerò un pianoforte mentre Vinicio suonerà una chitarra oltre a cantare» – svela.

“Tuo padre, mia madre, Lucia” verrà poi accompagnata, il 4 febbraio 2022, dalla pubblicazione di una raccolta intitolata “Tutto l’universo”, un ritratto d’artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore. «Io come tanti altri artisti, ai quali mi sento legato, non siamo più indipendenti perché lavoriamo a stretto contatto con le major. Le sento molto legate a me e alla mi storia. Sono felice guardandomi alle spalle, avendo fatto un pezzo di storia insieme a grandi artisti. Mi piace molto il mio lavoro e il fatto che sia variegato, che mi consente dei momenti da solo, dei momenti di condivisione, dei momenti avventurosi o pantofolai, quando sono a casa. Credo che un’esperienza come quella che sto vivendo a Sanremo non sarà mai il mio habitat principale anche a causa del mio carattere, sono molto schivo, ma sono un cantante e comunque non mi sento fuori posto a fare parte di questo show». 

Annunciate anche le date dell’instore tour che porterà Giovanni nelle librerie Feltrinelli di tutta Italia per presentare “Tutto l’universo”: martedì 8 febbraio a Roma, mercoledì 9 febbraio a Napoli, giovedì 10 febbraio a Firenze, venerdì 11 febbraio a Bologna, lunedì 14 febbraio a Milano, martedì 15 febbraio a Palermo e mercoledì 16 febbraio a Torino. «Sarebbe fantastico riuscire a dialogare con persone che non parlano la mia lingua, è sempre bellissimo quando accade con la musica italiana, come è successo quest’anno con i Maneskin. Mi piacerebbe suonare qualcosa negli store» – commenta.

Nel tempo libero pratica anche pilates: «Ho chiesto ad una insegnante degli esercizi da fare da solo per tenermi in forma anche se sono in viaggio. Purtroppo sono fumatore ma cerco di limitare molto questo vizio. Mangio pochissima carne e bevo molto». 

Ecco il testo del brano “Tuo padre, mia madre, Lucia”:

Quando ti ho incontrata per la prima volta ad una cena di sconosciuti in un bar di Torino senza pensarci, d’istinto, ti ho guardato la mano per vedere se fossi sposata.

Brillano le teste e scintillano le stelle corrono corrono corrono, gli occhi si chiudono gli attimi cadono dimmi se sei triste, dove andiamo, che ci faccio qui.

…o siamo sempre stati qui?

E quando le cose tra di noi non vanno lisce e sono malinconico o preoccupato ripenso a quel momento e mi fido di lui, e anche se a volte litighiamo solo per la paura di metterci a letto lo so che per quello che vogliamo fare noi un per cento è amore e tutto il resto è stringere i denti.

E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore risponderò come rispondo anche a me
che amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.

E adesso che conosco anche la tua amarezza
e il buio senza parole in cui sei nuda di rabbia
io ti volevo dire che la mia anima ti vuole
ed il mio cuore pure
e che le mie fantasie si scaldano al pensiero del tuo fiato.

Brillano le teste e scintillano le stelle
toccami la faccia e non farmi fare niente stringimi più forte e fammi dire un’altra volta sì.

E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore risponderò come rispondo anche a me

che amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.

Amore mio, per vivere facciamo mille cose stupide
lo sai, per sopravvivere, semplifichiamo il più possibile. Ma cosa c’è di semplice?
Amore mio
che ridere.

E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore risponderò come rispondo anche a me
che amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.

Sto camminando verso di te
ti vedo all’incrocio, mi fermo a guardarti
e aspetto l’attimo in cui
ti girerai e mi sorriderai vedendomi arrivare.

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