Forza Italia Giovani di Ventimiglia ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata

«È importante ricordare per imparare dagli errori passati e dare una prospettiva futura migliore»
Ventimiglia. Forza Italia Giovani Ventimiglia ricorda i tragici eventi che, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, portarono all’uccisione ed all’esodo di tanti italiani e non solo.
«Dal 43 al 47, nell’Istria e nella Dalmazia migliaia di italiani, sloveni e croati furono infoibati a seguito di quella che fu una pulizia etnica prima e, un esodo poi. Di questa parte di storia ancora si fa fatica a parlarne ma, bisogna raccontarla, aldilà delle appartenenze politiche, come una pagina buia della nostra nazione – afferma Davide Longordo, coordinatore cittadino di Ventimiglia – Basti pensare alla povera Norma, seviziata per giorni e poi gettata in una foiba, o Tomislav, ragazzo sloveno di soli 14 anni, che perse il padre nel campo di concentramento italiano di Arbe; o la piccola Marinalla, di solo un anno, morta per il freddo nel campo profughi di Patriciano; ricordiamo anche gli eroi di quel giorni, come Giuseppe Micheletti, che perse i figli sulla spiaggia di Vergarolla in seguito all’esplosione di una mina ma, con la morte nel cuore, continuò ad operare ininterrottamente per 24 ore».
«Il mio augurio, – aggiunge Domenico Palamara, vice coordinatore cittadino – e quello di tutto il coordinamento, è quello di non sorvolare sull’importanza del ricordo delle vittime e la condanna di questi tragici avvenimenti.
È importante ricordare per imparare dagli errori passati e dare una prospettiva futura migliore. Questa giornata e il cordoglio per le vittime innocenti non deve diventare uno squallido campo di battaglia mediatico per le forze politiche, ma solo un punto di comune riflessione su cosa fu e non deve mai più avvenire, indipendentemente dalle ideologie politiche».
«Tutte quelle vittime – conclude FI Giovani – ad oggi non hanno ancora un nome, ma potrebbero averne migliaia o milioni, come i profughi che ancora oggi muoiono in mare e sono costretti ad emigrare dalle loro terre per sfuggire alla fame, alla povertà ed alla guerra. L’unico appello che ci sentiamo di gridare è uno solo: non dimenticare».