Sanremo 2022, Paolo Bonolis: «Staccare il Festival dall’Ariston non è un sacrilegio»

27 gennaio 2022 | 15:05
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Sanremo 2022, Paolo Bonolis: «Staccare il Festival dall’Ariston non è un sacrilegio»

«Deve essere il più possibile stupefacente, sennò è una messa cantata, non si scosta da quella traiettoria che ha cavalcato per decenni», ha dichiarato il conduttore

Sanremo. A pochi giorni dall’inizio del 72° Festival di Sanremo, uno dei suoi storici protagonisti, Paolo Bonolis, conduttore della kermesse canora negli anni 2005 e 2009, si è pronunciato sulle pagine del settimanale Oggi in merito all’evento musicale, in programma dal 1° al 5 febbraio.

«Staccare Sanremo dall’Ariston non è un sacrilegio: l’Ariston non è stato consacrato da qualche fede religiosa – ha dichiarato il presentatore – . É un bellissimo teatro, che secondo me ha esaurito la sua funzione espressiva. Credo che, viste le potenzialità tecnologiche di cui disponiamo, si possa immaginare un racconto televisivo che sia più contemporaneo».

Quale sarebbe dunque la location ideale per Bonolis? «Non per forza un luogo chiuso, Sanremo deve essere il più possibile stupefacente, sennò è una messa cantata, che ha un immenso valore, ma non si scosta da quella traiettoria che ha cavalcato per decenni». Per il conduttore largo dunque alla novità: «Qualcosa che lo spettatore italiano non ha modo di vedere nell’arco di tutta la stagione televisiva».

Bonolis si è inoltre espresso sulla questione super-ospiti; secondo il presentatore sarebbero infatti i grandi ospiti internazionali a dare lustro alla kermesse e non i talenti nostrani: «Checco Zalone è un personaggio meraviglioso, come pure Fiorello, ma sono sempre il nostro prodotto. Portare Mike Tayson, Hugh Grant e Will Smith è costato parecchio, ma ha conferito a Sanremo la reale patina di evento».