«Omaggiare gli eroi in corsia al Festival di Sanremo con “Il mio canto libero”»: l’appello di Artisti Uniti ai Medici ad Amadeus

22 gennaio 2022 | 07:49
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«Omaggiare gli eroi in corsia al Festival di Sanremo con “Il mio canto libero”»: l’appello di Artisti Uniti ai Medici ad Amadeus

«Cantare l’inno di Battisti dedicato a medici e infermieri»

Sanremo. Kevin Dellino, responsabile Artisti Uniti ai Medici per Croce Rossa Italiana, fa un appello ad Amadeus in occasione della 72esima edizione del Festival di Sanremo, in programma al Teatro Ariston dal 1 al 5 febbraio: «omaggiare medici e infermieri a Sanremo su “Il mio canto libero”, l’inno ai medici di Lucio Battisti».

Artisti Uniti ai Medici è un progetto solidale per Cri nato in piena pandemia per sostenere l’importante messaggio di speranza che vede coinvolti oltre 30 artisti nazionali tra cantanti, attori, comici e presentatori: cantare l’inno agli eroi in corsia riscritto da Mogol sulle note di questo grande capolavoro della musica italiana.

E’ stata realizzata grazie al contributo di Wanda Fisher, Viola Valentino, Aida Cooper, Rosanna Fratello, Stefania Orlando, Marco Armani, Mariangela Argentino, Gianni Drudi, Barbara Cola, Raffaele Giglio, Lighea, Sonia Mosca, Davide Papasidero, i Desideri, Haiducii, i Jalisse, Gatto Panceri, Silvia Querci, Ida Elena de Razza, Morena Rosini, Cecilia Gayle, Simone Barbato, Pino Campagna, Giovanna Dachille, Mauro Coruzzi Platinette, Dario Gay, Riccardo Azzurri, Roy Paladini, Riky Cellini, Michele Pecora, Valerio Zelli degli Oro, Lucia Bramieri, Simone di Matteo, Edoardo Ercole, Alviero Martini, Angelo Sanzio, Valeria Sorli, il Maestro Carlo Morelli e le voci del Coro della città di Napoli.

«Nasce in un momento in cui, come tanti, mi sono sentito perso. Lavorare a questa iniziativa mi faceva sentire utile a qualcosa e mi staccava la testa dai brutti pensieri e dai bollettini di guerra. Ho voluto rafforzare lo stesso messaggio di speranza che in quel momento mi portava a non abbattermi. Quando il maestro Mogol ha riscritto il Mio Canto Libero ne è diventato inno ai medici. Nel nuovo testo si invita alla prudenza e al rispetto delle regole e lo fa attraverso una grande emozione. Un messaggio che andrebbe condiviso e rafforzato da chiunque ami la musica e ne comprenda l’importanza al fine di poter superare anche grazie ad essa momenti così complessi della storia dell’essere umano come quello che abbiamo appena vissuto e che purtroppo stiamo ancora vivendo» – spiega Kevin Dellino.

«Ci siamo ritrovati tutti improvvisamente ai domiciliari. Non potevo lasciarmi andare ulteriormente allo sconforto. Ho deciso di dedicare la mia quarantena a sostenere gli stessi messaggi che mi portavano a stare meglio e ho cercato di diffondere positività e speranza attraverso quello che meglio so fare. Ho presentato a tutti una canzone di grande successo che diventa manifesto della contemporaneità in cui viviamo» – aggiunge Kevin Dellino.

Ci sono state delle difficoltà nella realizzazione di questo progetto?

«Diverse soprattutto tecniche poiché essendo tutti in zona rossa nessuno poteva raggiungere gli studi di registrazione quindi gli stessi artisti hanno dovuto naturalmente realizzare i loro contributi in maniera totalmente casalinga, attraverso i cellulari o la strumentazione che possedevano a casa. Malgrado questo la grande voglia di comunicare, di dare forza, di trasmettere coraggio, ha abbattuto ogni muro e ne è uscito un vero e proprio disco» – afferma.

«Lanciato l’appello ad Amadeus per omaggiare medici e infermieri a Sanremo su Il mio canto libero, inno ai medici di Battisti, sono stato contattato dalla responsabile casting del Festival tramite una mail in cui mi ringraziava per la prestigiosa proposta e riportandomi che verrà attentamente vagliata dagli autori e da Amadeus. Sono fiducioso e confido molto in lui, è un ottimo direttore artistico e molto attento al valore dell’arte» – conclude.