L'intervista

Festival di Sanremo: rock sinfonico, poesia e sorprese con il maestro Enrico Melozzi

Tra i direttori d'orchestra della 72esima edizione

Enrico Melozzi

Sanremo. «Arrangiamenti corposi, versioni sinfoniche e qualche sorpresa scenica. E chissà se vi piaceranno i miei look!». Promette bene Enrico Melozzi: maestro, violoncellista, compositore e direttore d’orchestra teramano che anche quest’anno calcherà il palco più prestigioso d’Italia per la 72esima edizione del Festival.

«È la sesta volta per me e sarà, come sempre, emozionante – dichiara entusiasta il maestro – Nonostante le rigide misure Covid previste per evitare contagi».

Si comincerà martedì 1 febbraio, con l’attesissima prima puntata del Festival. Le prove, però, sono iniziate da tempo e Il Capoluogo ha contattato il maestro Enrico Melozzi in una delle pause dall’attività.

Quest’anno per lui la direzione di Giusy Ferreri, dell’artista spagnola Ana Mena e del duo Highsnob e HU, all’anagrafe Michele Matera e Federica Ferracuti, con i rispettivi brani: “Miele”, “Duecentomila ore” e “Abbi cura di te”. Vedremo Melozzi anche nella serata delle Cover e, inoltre, dirigerà gli attesissimi Maneskin, super ospiti della serata d’apertura dopo il grande successo seguito alla sorprendente vittoria della passata edizione.

Ancora un’edizione segnata dal Covid. «C’è tanta paura che scoppino contagi, soprattutto a causa dell’elevata contagiosità della variante Omicron.  Si fanno diverse prove e si lavora per prepararsi alla settimana del Festival, ma si è consapevoli che da un giorno all’altro potrebbero cambiare le cose, alla scoperta di eventuali positività». Di conseguenza, non è semplice lavorare, soprattutto per un direttore d’orchestra.

Il clima è adrenalinico, inevitabilmente condizionato dal Covid e dalle disposizioni anti contagio. «Le prove del Festival erano fatte di condivisione, saluti, abbracci…ad oggi ovviamente parliamo di un altro contesto, caratterizzato da numerosi vincoli e, naturalmente, da un rigido protocollo da seguire. Qualche contagio nell’orchestra c’è stato e, di conseguenza, un direttore si ritrova a non avere una volta un violinista, un’altra volta un chitarrista. Lavorare così è davvero difficile, sia per i musicisti che per gli orchestrali. Anche perché Sanremo è un’occasione importantissima per tutti: pensiamo al successo che hanno avuto i Maneskin a partire dalla vittoria dello scorso anno. Ben vengano i protocolli di sicurezza, ma non si può non sottolineare che le disposizioni rendono molto complicato il nostro lavoro, soprattutto a livello logistico ed organizzativo».

Proprio il Festival di Sanremo, però, sarà ancora una volta il trampolino lancio per la nuova ripartenza dello spettacolo e, soprattutto, della musica. Cosa possiamo aspettarci dalle orchestrazioni curate da Melozzi?

«Su Giusy Ferreri parliamo di un pezzo particolare, retrò, con qualche sorpresa scenica. Con la Cover abbiamo cambiato linguaggio, con un pezzo rock sinfonico arricchito da un arrangiamento corposo. Il duo Highsnob e Hu presenta un pezzo molto interessante. Questi ragazzi, dolcissimi soprattutto a livello umano, vogliono stupire con una Cover poetica, che eseguono in una versione che ritengo particolarmente toccante». Cover eseguita con Mr Rain, artista molto amato dai giovani. Poi c’è Ana Mena, «con lei ci sarà in gara un genere diverso, molto commerciale e sono sicuro che ce lo porteremo dietro per anni, perché è capace di trascinare e di entrarti in testa».

Non resta che aspettare, allora, ancora qualche giorno e godersi una nuova edizione del Festival, con Enrico Melozzi nuovamente sul podio dell’Orchestra di Sanremo.

In bocca al lupo!

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