Dolceacqua, ritrovato ruscello che conserva un antico corredo religioso dell’umanità




Le nuove scoperte dell’Archeonervia nel nostro entroterra
Dolceacqua. Una nuova scoperta del gruppo ArcheoNervia, viene questa volta da Dolceacqua. Ecco quanto hanno scoperto gli storici in merito al culto delle acque e al nostro entroterra.
Il culto delle acque è un antico corredo dell’umanità testimoniato da una indagine archeologica condotta nei pressi di una sorgente oggetto di culto, nel più antico centro urbano sorto a Gerico in Cisgiordania 10.000 anni a. C. In tempi storici il culto delle acque viene ricordato nelle fonti letterarie da Frontinio, Plinio il Vecchio e Seneca. E’ un culto religioso che si fonda sull’osservazione dei fenomeni della natura da cui emerge prepotentemente in modo significativo che ogni forma di vita sulla Terra Madre è debitrice del sole e dell’acqua, motivo per cui, come avviene nei rapporti umani.ani, era necessario fare doni, compiere sacrifici.
Una testimonianza in tal senso rappresentata dalla scoperta di un altare sacrificale con sulla parte frontale due incisioni simbolo di sacralità e sulla superficie tre schegge di arenaria, molto compatta con i lati taglienti che serviva per macellare gli animali sacrificati, nei pressi di un ruscello su una collina che domina dall’alto Dolceacqua. Oltre l’altare, componente essenziale della liturgia del sacrificio, lambita dall’acqua del ruscello è poi presente sul luogo una vaschetta utile per contenere le viscere degli animali sacrificati e una incisione vulvare. Incisione che non ha nulla a che vedere con una rappresentazione di voyeurismo sessuale come ci ha insegnato la nostra morale cristiana, ma l’organo attraverso il quale la donna, come l’acqua, compie il miracolo di dare vita.