Bordighera, dal privato nessuna risposta sul Saint Charles. Falco: «Fiato sul collo»

11 gennaio 2022 | 20:47
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Il direttore generale di Asl1 in consiglio comunale: «Proposta di contratto inoltrata alla Iclas»

Bordighera. Ospedale Saint Charles, situazione attuale e prospettive future. Questo il tema al centro del consiglio comunale della Città delle palme che si è tenuto stasera alla presenza del direttore generale di Asl1 Silvio Falco, del direttore sanitario Mauro Maccari e dei consiglieri regionali Mabel Riolfo, Veronica Russo ed Enrico Ioculano.

Ad introdurre la discussione il sindaco Vittorio Ingenito: «L’obiettivo è affrontare il tema del nostro ospedale per rassicurare la cittadinanza in un momento di crisi sanitaria davvero spaventosa. Al termine dello stato di emergenza è previsto il conferimento della gestione del Saint Charles al privato ed è evidente che, in questo momento, siano in atto delle rimodulazioni dei servizi che destano preoccupazione. Da parte dell’amministrazione comunale c’è massima disponibilità nei confronti di Asl1 ma vorremmo comprendere meglio quali sono le linee di azione nel breve periodo che porteranno, poi. all’affidamento al privato dell’ospedale cittadino».

La disamina del direttore generale Falco: «Al primo gennaio 2021, quando ho preso la direzione dell’Asl1 su incarico del presidente Toti, ho trovato una realtà dell’ospedale di Bordighera con il punto di primo intervento e i reparti di ortopedia, day surgery e radiologia attivi. A causa del perdurare dell’emergenza Covid questi reparti sono stati trasferiti. Il presidente mi aveva fatto presente che il conferimento dell’ospedale al privato, così come previsto dal bando aggiudicato al gruppo Iclas nel 2018, sarebbe rimasto sospeso fino al termine dell’emergenza sanitaria.

Allo stato dell’arte, Asl1 ha inviato, a fine ottobre, al gruppo Iclas, un contratto con tutti i punti previsti dal bando, quindi dalla riapertura del pronto soccorso, alle sale di chirurgia e alla riattivazione di fisiatria. Il termine per la stipulazione del contratto è di 30 giorni dal momento in cui cesserà l’emergenza. Anche se ufficialmente non è arrivata ancora una risposta da parte di Iclas, mi sento comunque di tranquillizzare sulla privatizzazione: starò loro col fiato sul collo affinché il contratto venga siglato prossimamente».

Pronto soccorso. «Il punto di primo intervento soffre a causa della carenza cronica di medici di medicina d’urgenza. Una problematica nota a livello nazionale per la quale si è mosso anche il governo. Abbiamo attivato una cooperativa che ci da una mano sia su Bordighera che su Sanremo, verificandone le professionalità impiegate». Sul punto il direttore sanitario Maccari ha aggiunto: «Il mancato passaggio della gestione dell’ospedale al privato pesa maggiormente sulla riapertura del pronto soccorso. Se Iclas subentrasse, libererebbe Asl1 da questa incombenza. Speriamo che non ci prendano in giro. Iclas ha ribadito alla Regione che terrà fede ai patti presi e non ci sono motivi per dubitarne».

Casa della comunità e palasalute. Di nuovo Falco: «Stiamo studiando, grazie alla disponibilità dei medici di medicina generale, di anticipare i tempi per sperimentare il progetto della casa di comunità in uno dei due piani della palazzina in costruzione all’esterno del Saint Charles. Si inizierà quindi a Bordighera e solo successivamente la casa di comunità si trasferirà a Ventimiglia, quando sarà disponibile il nuovo palasalute, i cui tempi sono legati all’applicazione del Pnrr».

Piazzola per l’elisoccorso notturno. «Stiamo lavorando per rendere agibile al volo notturno la piazzola situata dietro l’ospedale Saint Charles. Gli uffici tecnici dei Comuni di Vallecrosia e Bordighera non ci stanno aiutando a risolvere il problema degli alberi presenti nella zona che sono da abbattere per questioni di sicurezza».

Dedicato ai no vax. «Se fossimo nella stessa situazione di un anno fa senza vaccini, quando l’incidenza delle terapie intensive era al 10% dei casi riscontrati, non solo l’ospedale di Sanremo ma anche quello di Bordighera, così come il nosocomio di Imperia, sarebbero stati riconvertiti tutti alla cura del Covid. Fortunatamente oggi in gravi condizioni finiscono praticamente solo i non vaccinati».