Arma di Taggia. E’ finito in Procura il caso del ristoratore Giuseppe Lo Iacono, di Arma di Taggia, che domenica scorsa ha allontanato i carabinieri giunti nella sua paninoteca sull’Aurelia, La Fenice, per effettuare un controllo sull’applicazione delle normative anti Covid-19. Il tutto è avvenuto in diretta su Facebook: Lo Iacono, infatti, all’arrivo dei militari, ha iniziato a riprenderli, senza richiedere alcun consenso, e dopo circa venti minuti li ha cacciati dal suo locale.
Quanto accaduto è stato portato all’attenzione della Procura di Imperia tramite una relazione depositata presso gli uffici del palazzo di giustizia: oltre alle carte, è stato prodotto anche il video pubblicato da Lo Iacono sulla propria pagina Facebook. Spetta ora alla Procura il compito di ricostruire esattamente l’accaduto e valutare eventuali responsabilità penali nei confronti dei soggetti coinvolti.
Il video
Per conoscere il risvolto di una vicenda che ha avuto ampia eco mediatica, bisognerà dunque attendere i tempi della giustizia. Tempi che non coincidono, gioca forza, con quelli dei social, dove i commenti sull’accaduto si sprecano. Da una parte c’è chi condanna Lo Iacono per il gesto, dall’altra c’è chi lo difende a spada tratta, lodando la sua presunta conoscenza della legge, che appare quantomeno “singolare” a chi, l’argomento, lo mastica un poco.
Lo Iacono, coordinatore regionale del partito “Più Italia”, è già noto in provincia: a ottobre, infatti, si era reso protagonista di una protesta, inscenata davanti al Comune di Imperia contro l’ordinanza emessa dal sindaco Claudio Scajola che obbligava i dipendenti comunali ad essere muniti di Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro. Un provvedimento con il quale il primo cittadino del capoluogo aveva anticipato le decisioni del governo.
I fatti del 9 gennaio. Quando i carabinieri si presentano davanti al locale di Lo Iacono è socio, “La Fenice“, in via Aurelia Ponente, ad Arma di Taggia, chiedono innanzitutto di indossare la mascherina. Inizia così il diverbio, con l’imprenditore che inizia a filmare i militari senza richiedere loro il consenso e replica: «Perché un’ordinanza del sindaco dice che dobbiamo mettere la mascherina, mettiamo tutti la mascherina? A livello italiano (l’ordinanza, ndr) non è fatta dal governo, ma dai sindaci, quindi dovrebbe sapere quello che sta dicendo. Fatemi la cortesia di lasciar perdere».
A questo punto il maresciallo dei carabinieri chiede un documento di identità, e Lo Iacono risponde: «Per quale motivo? Mi dovete dare una motivazione, chi vi ha mandato a fare il controllo nella mia attività?». E aggiunge: «Avete già fatto delle multe in giro, delle cose che non si possono fare per legge italiana». «Invece di venire nel mio locale andate a controllare i tossici, che è meglio. Io non vi vedo andare, non vi vedo mai», aggiunge, mentre in diretta alcune persone gli inviano messaggi di solidarietà, incoraggiandolo a resistere e sminuendo il lavoro dei carabinieri.
La conversazione va avanti per oltre venti minuti, con Lo Iacono che chiede ai carabinieri «Cosa vi paghiamo a fare?» e aggiunge «Io sto lavorando, mi state portando via del tempo, se c’è gente non si ferma, quindi poi mi pagherà i danni». Non mostra il Green Pass ai militari, dicendo loro che non hanno nessuna delega per richiederlo, e infine li allontana, impedendo loro di accedere nel suo locale perché non identificati: «Io non so chi è lei», dice a un carabiniere, e quando questo gli risponde «Chi sono lo vede», indicando la divisa e gli stemmi dell’Arma, l’imprenditore risponde: «Le divise? Quelle si comprano anche su Amazon».
commenta