Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»

1 dicembre 2021 | 09:03
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Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»
Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»
Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»
Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»
Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»
Ventimiglia, commercianti di via Cavour: «Troppi migranti allo sbando, i clienti scappano»

Diverse tipologie merceologiche, stesso destino: la perdita di fatturato è importante. C’è chi pensa a spostare l’attività altrove

Ventimiglia. «Se le cose non cambiano, a gennaio mi trasferisco a Sanremo». E’ un coro di protesta quello dei commercianti dell’ultimo tratto di via Cavour, a ridosso di largo Torino. Il malumore è unanime e riguarda tutte le categorie: dal macellaio al commerciante di articoli per la casa, passando da esperti in prodotti di telefonia. Il problema principale? Il passaggio di gruppi di stranieri, soprattutto alle prime luci dell’alba e verso sera.

«Di giovani donne come voi non se ne vedono, hanno paura – dice un imprenditore alle croniste che ieri, su richiesta di alcuni esercenti, hanno ascoltato le loro testimonianze -. Si vedono solo migranti che vanno avanti e indietro con bottiglie in mano. Lei ce la manderebbe sua figlia?».

«Ancora sabato scorso mi hanno spaccato la bottiglia di profumo che tengo nell’espositore davanti al negozio – dice un commerciante di prodotti per la casa -. Passano, spaccano e non si preoccupano neanche di scappare. Ho perso l’80 per cento dei clienti francesi, non vengono più, vanno dritti a Sanremo. Hanno paura e non do loro torto». Secondo i commercianti, nella vicina Francia «c’è un certo brusio sulla situazione ventimigliese, dove i migranti sono allo sbando». «A due chilometri da qui, è un altro mondo», dicono in coro: «Non possiamo pagare noi per tutti».

Diverse tipologie merceologiche, stesso destino: la perdita di fatturato è importante. «Vendiamo telefoni cellulari, in un anno abbiamo perso il 50 per cento del fatturato – racconta il titolare di un negozio di telefonia -. Quando porto nuova merce in negozio, io stesso ho paura di scaricare gli smartphone se ci sono gruppi di migranti in giro, figuriamoci se vengono i clienti».

«Qui quasi ogni sera si consuma una rissa, lo vediamo dalle telecamere di videosorveglianza – dicono -. La mattina quando apriamo troviamo i resti dei bivacchi, bottiglie rotte, urina ovunque e anche sangue, quando si picchiano. E’ uno schifo».