I reperti archeologici non fermeranno il restyling del Porto Vecchio a Sanremo
Il soprintendente alle Belle Arti Stefano Costa «La valorizzazione dei resti archeologici non è incompatibile con una riqualificazione urbana più estesa»
Sanremo. «La valorizzazione dei resti archeologici non è incompatibile con una riqualificazione urbana più estesa». Il soprintendente alle Belle Arti Stefano Costa, parlando delle prospezioni archeologiche sottese al restyling dell’area del Porto Vecchio fuga ogni timore che questo venga bloccato dal ritrovamento di qualche reperto. Anzi sempre secondo il tecnico rappresenterebbe un valore aggiunto di «intrattenimento culturale» come d’altronde è già il forte di Santa Tecla.
Intanto sono ai blocchi di partenza nuove prospezioni archeologiche in via Nino Bixio. Gli scavi, sistemati di fronte alla scuola Mater Misericordiae, sono finalizzati a determinare quali reperti si trovano dove verrà realizzato il tunnel stradale che, nei progetti, dovrebbe collegare corso Mombello con il sottopasso della Croce Rossa. Si tratta dell’opera di pubblica utilità dalla quale dipendono i futuri lavori di restyling dell’area del Porto Vecchio che cambierà, nei piani che attendono ancora l’approvazione definitiva, radicalmente il water front matuziano.

Gli scavi, che nel complesso costano alle casse di Palazzo Bellevue circa 140.000 euro, una volta completati appariranno come una sorta di trincea, lunga circa 16 metri e profonda 6, che corre parallela alla strada, nel tratto compreso tra le vie Gioberti e Mombello. Fino ad ora, durante un primo carotaggio, eseguito a circa due metri di profondità, era spuntata la pavimentazione di un palazzo del ‘600, del quale si era già a conoscenza. Ulteriori prospezioni però, eseguite metri più sotto, hanno portato alla luce del vasellame di epoca romano-imperiale, risalente a circa 2000 anni fa. Insieme a quei cocci era stato ritrovato anche del carbone, probabilmente quel che rimane di un antico incendio. Proprio su quel materiale verranno fatte delle verifiche “archeobotaniche”, finalizzate a stabilire l’età precisa del reperto. Di questi test si occupa il personale dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri. Si pensa che sotto via Nino Bixio si possa trovare l’abitato di quella che era la Sanremo dell’epoca romana, esteso a macchia di leopardo da piazza San Siro al primitivo porto che coincide con la foce del rio San Francesco.