SCOPERTA STORICA

Castelvittorio trovata un’ascia in pietra dura levigata che rimanda al periodo Neolitico

9 dicembre 2021 | 19:23
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Castelvittorio trovata un’ascia in pietra dura levigata che rimanda al periodo Neolitico
Castelvittorio trovata un’ascia in pietra dura levigata che rimanda al periodo Neolitico
Castelvittorio trovata un’ascia in pietra dura levigata che rimanda al periodo Neolitico
Castelvittorio trovata un’ascia in pietra dura levigata che rimanda al periodo Neolitico

CastelVittorio.  E’ stata ritrovata un’ascia in pietra dura levigata, che rimanda al periodo Neolitico. Lo documenta con foto e dettaglli Andrea Eremita del gruppo Archeonervia, che alcuni mesi fa aveva ritrovato, nella stessa zona, un menhir e un altare sacrificale.

«Nei pressi della sorgente dove era stata effettutata la scoperta abbiamo ritrovato un’ascia in pietra dura levigata. Un manufatto di calcare marnoso che rimanda al periodo Neolitico di grande interesse per l’accurata scelta della materia prima con una lavorazione molto evoluta. Un oggetto raro di prestigio che mi ha fatto subito pensare, visto il luogo del ritrovamento, che altro non poteva essere che una offerta votiva da mettere in relazione al Culto delle Acque, nel caso specifico delle sorgenti. La consuetudine di lasciare oggetti di pregio come offerta nei corsi d’acqua, laghi e sorgenti, trova un parallelo in tutte le società preistoriche e protostoriche d’ Europa. Sentimento religioso profondamente radicato nell’estremo Ponente Ligure dalla più remota antichità. con episodi di continuità in epoca romana e nella trasposizione cristiana».

Come è previsto dalla normativa vigente l’ascia  è stata consegnata  alla direttrice del museo archeologico MAR di Ventimiglia «dopo di che,  mi è stato restituita in quanto ritenuta oggetto di nessun interesse, risultato di una perizia fatta da  un archeologo esperto di reperti preistorici» continua Andrea Eremita.

«Avrei molto ma molto da dire sul  finale di  questa  assurda vicenda  dovuta al fatto che in certi ambienti la parola d’ordine è quella  di non dare credito e di continuare con un silenzio assordante a mettere in ombra i risultati   di lunghi anni di ricerche archeologiche  di un passato glorioso che ci appartiene».