Rivieracqua, revocato il concordato. Per il giudice ora la società è sana
Riunione urgente del consiglio di amministrazione
Sanremo. Colpo di scena. Il giudice del tribunale di Imperia ha appena revocato la procedura concordataria in essere relativa alla crisi aziendale di Rivieracqua. Una sentenza inaspettata che ha portato il consiglio di amministrazione a chiudersi in riunione per comprendere l’importanza della decisione resa e le ripercussioni che questa potrà avere sul pagamento dei creditori.
Stando a quanto appreso, il provvedimento del giudice motiva la decisione di revoca del concordato sulla base della nuova condizione in cui si è venuta a trovare la società pubblica provinciale. Una condizione evidentemente lontana, in positivo, da quella ante ingresso delle gestioni cessate di Amat, Amaie e Aiga.
Si può leggere nel dispositivo dell’ordinanza: «…va disposta la revoca dell’ammissione alla procedura di concordato preventivo della società Rivieracqua. Tale soluzione, peraltro, non appare ingiustificatamente penalizzante per la società, la quale nel tempo ha indubbiamente migliorato la sua posizione complessiva: possiede oggi risorse per la gestione del servizio idrico integrato, ha visto una sensibile riduzione dei debiti stanti anche i nuovi valori di rimborso per le gestioni cessate e comincia ad avere risultati proficui dalla sua attività. Nessuno ha proposto istanza di fallimento. Lo stesso Pm (nelle ultime udienze a cui hanno partecipato anche i magistrati della Procura, ndr), ha ravvisato la possibilità per la società di proseguire la sua attività, fatto salvo il potere di controllo pubblico la cui opportunità non può tuttavia stravolgere il carattere prevalentemente negoziale della procedura concordataria».
I tempi. «La procedura in corso rischia di svolgersi allo stato complessivamente in un arco temporale di 8-9 anni, considerando che attualmente è stata prospettata la possibilità che il nuovo piano – da predisporre – preveda il pagamento rateale in cinque anni dei creditori chirografari con le risorse liberate dall’ingresso del socio privato. Tale termine stride fortemente con una durata ragionevole di un concordato preventivo».
«Rivieracqua – conclude il giudice Silvana Oronzo – ha oggi la possibilità di risolvere la sua situazione critica ricorrendo ai vari strumenti che l’ordinamento ha predisposto, continuando quindi la sua attività, ma non certamente mediante la prosecuzione della procedura concordataria in essere».
La pronuncia apre le porte a uno scenario completamente nuovo. Non soltanto perché ora Rivieracqua potrà andare a trattare direttamente con i suoi creditori, concordando un piano di rientro in autonomia, utilizzando procedure alternative al concordato stabilite dalla legge. Ma anche perché ciò può portare allo studio di un nuovo piano di rientro che preveda il mantenimento della società in mano pubblica, così come auspicato, ancora di recente, dal sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, impegnato in prima fila per salvare la società dalla rovina.
«In questa situazione – commentano dal Cda -, Rivieracqua nelle prossime settimane, e subordinatamente alla predisposizione del piano d’ambito da parte del Commissario ad Acta, formulerà una proposta a tutti i creditori che, riprendendo il piano concordatario, grazie anche alla riduzione dei valori di riscatto dei beni appartenenti ai gestori cessati a seguito dei decreti di trasferimento emessi dal Commissario ad Acta, prevedrà la prosecuzione dell’attività e il pagamento dei creditori in percentuale altissima, se non integrale. Tale proposta verrà inserita, come indicato dal Tribunale, in uno strumento di ristrutturazione dei debiti offerto dall’ordinamento».