Dietro le quinte

Provincia, Lega per Scajola presidente. Il PD punta su Biancheri

Si ripete lo schema 2019 con i sindaci di Sanremo e Imperia ad un passo dallo scontro

Imperia. E’ partita in sordina la volata per l’elezione del prossimo presidente della Provincia e il rinnovo del consiglio provinciale. I giorni fissati per la presentazione delle liste sono il 27 e 28 novembre. L’election day sarà sabato 18 dicembre. Sono eleggibili a consigliere provinciale i sindaci e i consiglieri in carica nei comuni dell’Imperiese.

A riproporsi è lo schema del 2019, quando i sindaci delle eterne rivali Sanremo e Imperia, Alberto Biancheri e Claudio Scajola, arrivarono a un passo dalla sfida aperta, salvo poi ripiegare sul nome di Domenico Abbo, allora primo cittadino di Lucinasco che di recente è stato costretto al passaggio di testimone con il suo vice Luigino Dellerba. Da quando la Provincia è stata derubricata ad ente di secondo livello, ad eleggere il nuovo presidente e il consiglio provinciale sono i consiglieri dei sessantasei comuni di Ponente.

Una base elettorale (la Provincia renderà noti gli indici ponderati esatti nei prossimi giorni) che premia molto i rappresentanti delle città più abitate. Il singolo voto dei consiglieri comunali di Sanremo e Imperia vale un equivalente di circa 600 su base ponderata. I consiglieri di Taggia, Ventimiglia e Bordighera contano ciascuno circa 500. Gli eletti dei Comuni di Diano Marina, Camporosso e Vallecrosia, con popolazione residente tra i 5 e i 10 mila abitanti, esprimono 260 “preferenze” ad amministratore. Poi ci sono Ospedaletti e San Bartolomeo al Mare (dai 3000 ai 5000) il cui rapporto è di 1 a 130. E infine tutti gli altri 56 piccoli enti locali che vanno dai 3000 residenti in giù. Un platea che ai fini dell’elezione della Provincia ha ben poca voce in capitolo. A conti fatti, per intenderci, il singolo consigliere di Sanremo pesa una volta e mezza l’intero consiglio comunale di Riva Ligure, primo dei comuni imperiesi sotto i 3000 abitanti. La sola Città dei Fiori, con 20 consiglieri eletti, ha una base elettorale ponderata grande il doppio di tutti i Comuni sotto i 3000 abitanti messi insieme.

Se nel 2019 l’ex ministro fu obbligato al passo di lato per evitare uno scontro a perdere con il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, ora lo scenario su cui si sta muovendo la politica è mutato. Ventimiglia e Bordighera, che nell’elezione del 18 dicembre pesano, hanno entrambe cambiato sindaco, eleggendo esponenti del centrodestra più distanti politicamente dal sindaco Biancheri dei rispettivi predecessori (gli ex Enrico Ioculano e Giacomo Pallanca). Gaetano Scullino nella città di confine è espressione di un centrodestra tradizionale con la Lega forza trainante. Bordighera, nelle mani del civico Vittorio Ingenito, si è lentamente tinta di verde con vari esponenti molto vicini al Carroccio (a partire dal sindaco stesso e dal suo vice Bozzarelli). Anche la piccola Ospedaletti ha cambiato maggioranza e colore politico, passando da un sindaco di centrosinistra ad uno di centrodestra con simpatie sempre per la Lega.

Cambiamo. La new entry Cristiano Za Garibaldi ha portato Diano Marina a virare verso Cambiamo, il movimento di Giovanni Toti. Proprio l’affermazione di Cambiamo come partito strutturato apre l’interrogativo sull’eventuale appoggio del sindaco di Taggia Mario Conio all’amico e alleato Biancheri. Conio condivide con il sindaco di Sanremo la linea politica sulle partite amministrative di respiro provinciale (vedi Rivieracqua), ma è stato anche il primo sindaco ad indossare l’arancione del presidente di Regione Liguria. La posizione di Cambiamo sembra quella più difficile da interpretare, alla luce del riavvicinamento del sindaco Scajola al centrodestra di governo. Infatti il segretario provinciale Pino Di Meco (ex assessore di Biancheri e responsabile della sua campagna elettorale), di fronte al nome di Scajola non si sbilancia: «Non credo sia un problema politico, ma una scelta di sindaci e amministratori del territorio, relativamente ai temi importanti della provincia, trasporti, acqua e rifiuti».

La sfida per la presidenza. Tutti i partiti e gli esponenti civici delle varie amministrazioni comunali sono in attesa di capire se il sindaco di Imperia si candiderà presidente della Provincia. Tutti, compreso il sindaco Biancheri che preferirebbe vedere al voto una lista unica con a capo il sindaco di un piccolo comune. Vedi Giorgio Giuffra di Riva (in pole), Fulvio Gazzola (Dolceacqua), Matteo Orengo (Badalucco) e, perché no, Armando Biasi di Vallecrosia. Se centrodestra deve essere, che sia un centrodestra di compromesso insomma.

Sia Biancheri che Scajola sulla Provincia glissano da mesi, ma è chiaro che nei prossimi giorni saranno costretti ad uscire allo scoperto. A fare il primo passo potrebbe essere il sindaco di Imperia, il cui desiderio di chiudere una lunga carriera politica da presidente della Provincia (incarico ancora non ricoperto), rientra tra le sue legittime ambizioni. Troverà l’appoggio del centrodestra unito?

Lega e PD. Cruciali quanto sindaci e consiglieri, Lega e Partito Democratico sono le due facce di una stessa medaglia nel confronto in divenire. Il primo può contare su una base elettorale stimata sui 15 mila voti ponderati, i Dem su oltre 12 mila, tra iscritti al partito e simpatizzanti sparsi nei vari comuni. Per vincere in una sfida a due bisogna superare i 30 mila voti ponderati. «Spero che la decisione sul prossimo presidente della Provincia non sia unicamente frutto di un accordo tra il sindaco di Sanremo e il sindaco di Imperia ma di una larga discussione che coinvolga tutti i Comuni, compresi quelli dell’entroterra. Io auspico una nuova amministrazione provinciale di centrodestra, che sia espressione della recente vittoria alle elezioni regionali. La Provincia deve collegarsi al governo della Regione e del Paese per avere quel supporto necessario a superare i problemi sul tavolo e pensare al suo sviluppo», spiega il segretario provinciale e deputato della Lega Flavio Di Muro. «Se vedremo candidati due schieramenti opposti, uno di centrodestra, con a capo il sindaco di Imperia Claudio Scajola, e uno di centrosinistra, la Lega lavorerà per dare una connotazione di centrodestra al prossimo presidente».

«Il Partito Democratico è completamente alternativo sia alla Lega che a Claudio Scajola. Se Claudio Scajola scenderà in campo alle elezioni provinciali, la posizione del PD sarà netta. Per noi la leale collaborazione con Alberto Biancheri è un fatto che abbiamo sempre rivendicato in questi anni. Tra la candidatura di Scajola e quella di Biancheri, non ci penseremmo nemmeno un momento», – replica Christian Quesada, segretario provinciale dei Dem, che continua. «Il Pd è per l’acqua pubblica e il rispetto del referendum. Per il sostegno della delibera sull’in house del trasporto pubblico locale e il salvataggio della Riviera Trasporti. Sulla base di questi punti programmatici, a cui aggiungo anche il tema del biodigestore provinciale, noi siamo disponibili ad aprire un confronto ma non con forze a cui siamo palesemente alternativi a livello nazionale».

I nodi al pettine. Il prossimo presidente della Provincia si insedierà trovandosi sulla scrivania pratiche scottanti. Si parte dalla Riviera Trasporti, con i lavoratori che non percepiscono gli stipendi da tre mesi e i conti dell’azienda bloccati da un pignoramento milionario. Poi Rivieracqua, la società d’ambito che gestisce il servizio idrico integrato affrontando un processo di ristrutturazione del suo debito, anch’esso milionario. I rifiuti, con la questione del nascente biodigestore di Colli (Taggia): appalto del valore di 200 milioni di euro in vent’anni. E poi ci sono le strade provinciali dissestate, le frane, gli interventi sulle scuole, l’ospedale unico, materie fondamentali, rimaste tra le competenze di un ente che di abolito ha avuto solo i finanziamenti dello Stato.

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