Progetto

Perinaldo, l’ex scuola diventa un cohousing per persone con disabilità grave e prive del sostegno familiare

Al via il progetto di riqualificazione con il contributo di 200mila euro della Regione Liguria in partnership tra la Spes Onlus, l’Amministrazione comunale e MeWe abitare collaborativo impresa sociale

drone perinaldo osservatorio comune

Perinaldo. Recuperare l’ex scuola di Perinaldo, oggi in disuso, per destinarla ad un progetto di cohousing rivolto a persone con disabilità grave e prossime ad essere prive del sostegno famigliare: questo l’esito del progetto promosso dal Comune in partnership con LaSpes Onlus di Ventimiglia (quale soggetto attuatore e gestore sociale) e MeWe abitare collaborativo, impresa sociale a cui è affidato il coordinamento tecnico di un pool di professionisti composto dagli architetti Cristina Roggeri e Franco Allavena, con la regia tecnico-amministrativa dell’architetto Massimo Salsi. Un sodalizio ligure al cento per cento e che vede altresì il cofinanziamento della Regione Liguria per 200mila euro (il costo complessivo stimato per il recupero edilizio è pari a 590mila euro; la
restante cifra sarà disposta da LaSpes Onlus).

«L’iniziativa prevede la realizzazione di cinque soluzioni alloggiative di tipo familiare e di cohousing sociale rivolte a persone con disabilità grave, prossime ad essere prive del sostegno familiare, ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge n. 104/1992 (“Dopo di noi”), che si aggiungono a un alloggio preesistente dedicato alla sistemazione dell’educatore qualificato di supporto, oltre al recupero di spazi per le attività comuni tipiche delle forme abitative di tipo condiviso», spiegano Lucio Massardo e Natalia Ardoino, founder di MeWe Abitare collaborativo.

«L’intervento al via è parte integrante del programma comunale di rigenerazione urbana denominato “Perinaldo: la comunità che assiste» – spiega il sindaco Vincenzo Di DonatoLo stesso è composto da dieci distinti interventi con l’idea guida unificante di rigenerazione urbana impostata sulla capacità dell’attuale popolazione residente di configurarsi quale “comunità che assiste” specifiche categorie sociali che esprimono caratteri di fragilità, quali le famiglie con portatori di handicap oppure le donne che hanno subito violenza. Il progetto abitativo è finalizzato, per chi risiederà nello stabile, a stimolare le autonomie abitative e relazionali, in preparazione a un progressivo distacco dal contesto familiare da parte dei figli portatori di handicap, in modo tale da costruire per tempo il proprio futuro di adulti. E anche i residenti di Perinaldo saranno chiamati a offrire questa tipologia di “cura”, laddove il disabile e la sua famiglia faranno esperienza di che cosa significa avere intorno una piccola comunità attenta e solidale che li accompagna: non un esperimento, ma un “mondo possibile” in cui la solidarietà è il motivo stesso del progetto di rigenerazione. Non tutti i luoghi sono adatti, Perinaldo sì».

«Per noi si tratta della realizzazione della nostra vision – proseguono Massardo e Ardoino – la casa deve diventare un vero e proprio strumento di welfare, dato che non è solo un luogo di rifugio e protezione, ma è anche la base per l’allegria, la cura e l’altruismo nella vita quotidiana. E questa vision vale per tutte le persone e le famiglie, non solo per chi ha incontrato la diversità dell’handicap».

«Entro la fine di giugno 2022 si arriverà già al 60% dell’avanzamento dei lavori: «Siamo fieri e orgogliosi di questa iniziativa – chiosa Matteo Lupi di LaSpes – In questi venticinque anni di impegno nei percorsi di inserimento lavorativo e assistenza di persone con disabilità quello del “dopo di noi” è un bisogno concreto, reale e tangibile rilevato in più luoghi e più fronti. Siamo certi che, insieme, si potrà andare a rispondere alla preoccupazione di tante famiglie».

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