In taxi verso la libertà, la nuova rotta dei migranti passa da Sanremo

24 novembre 2021 | 19:51
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In taxi verso la libertà, la nuova rotta dei migranti passa da Sanremo

Dall’autostazione di piazza Colombo i passeur ingaggiano gli autisti che ammettono: «Abbiamo avvertito le forze dell’ordine»

Sanremo. Trenta euro a corsa, pagamento anticipato, preferibilmente vetture con sei posti a sedere. Sono queste le condizioni dei passeur che da mesi braccano i taxisti di piazza Colombo alla ricerca di passaggi per i loro clienti invisibili, quei migranti che raggiungono l’autostazione della Città dei fiori in autobus da Ventimiglia o Bordighera, ultime tappe italiane della ferrovia prima dell’agognata Francia.

E’ questa l’ultima frontiera della “tratta”, un fenomeno antico in continua evoluzione a Ponente che ora coinvolge anche Sanremo, sotto gli occhi delle telecamere di videosorveglianza e dei taxisti. Loro di problemi a confermare i fatti non se ne fanno. «Facciamo tutto alla luce del sole, certo che la situazione non è piacevole. E’ evidente che dietro a queste corse ci siano dei passeur, ma cosa possiamo fare se non avvertire le forze dell’ordine?», spiegano gli autisti. Negli ultimi due mesi, molti di quelli che lavorano di notte sono stati avvicinati almeno una volta, intorno a mezzanotte e mezza l’una, da un paio di soggetti che parlano un italiano elementare ma comprensibile. Non c’è trattativa. L’offerta è di trenta euro a corsa, il costo di un normale trasferimento da Sanremo a Taggia.

E’ lì che arrivano i migranti nel pieno della notte. Il punto di ritrovo indicato dai passeur ad alcuni taxisti si trova a Borgo San Martino, la zona dei campi sportivi, oltre il ponte XXV aprile. Altre volte sono stati avvistati scendere a piedi dallo svincolo autostradale di Arma di Taggia. Da quei punti le tracce si perdono e i migranti ritornano invisibili. Le ipotesi su come pensano di arrivare in Francia si sprecano. All’ombra delle campagne potrebbero venire caricati da altri “intermediari”, ma nessuno lo sa con certezza. «Ci da fastidio il fatto che ci sia qualcosa dietro, perché noi non vogliamo essere complici di un possibile sfruttamento. E’ chiaro che il prezzo che ci viene pagato, da chi poi la corsa non la prende, non è lo stesso corrisposto dai migranti. Siamo tenuti ad espletare il servizio richiesto e non possiamo metterci a controllare i documenti dei passeggeri solo perché questi mostrano un colore della pelle diverso dal nostro, o perché il loro atteggiamento è chiaramente quello di chi non vuole dare nell’occhio», continuano i taxisti. «Tra di noi magari c’è anche chi si fa meno scrupoli, perché il periodo non è dei migliori per la categoria e il governo non ci vuole aiutare».

Da Ventimiglia in autobus fino a Sanremo, dal mare verso l’entroterra di Taggia, anche se la destinazione sperata è la Francia. Sembra un giro dell’oca senza alcun senso quello che si sta verificando. Eppure, sempre secondo i taxisti, negli ultimi mesi ne sono passati a decine e decine di migranti per piazza Colombo. Li vedono loro, li vede anche chi di notte passa a lavare le strade. Nell’autostazione i passeur trattano i rifugiati come bestie, invitandoli a salire a bordo dei taxi di corsa. Andando per logica, l’obiettivo intermedio potrebbe essere l’area di sosta dei camion nei pressi dell’autogrill di Castellaro. Un punto già finito sotto l’attenzione delle forze dell’ordine che ha intercettato più volte migranti nei rimorchi.

E in effetti, a pensarci bene, non è poi così sbagliato. L’autogrill di Bordighera è precluso ai tir (leggi qui) e di taxi nella città delle palme non ce ne sono più. In stazione a Ventimiglia la polizia di frontiera setaccia i convogli in partenza per Mentone. Le ferrovie oltre confine vengono battute dalla gendarmeria e il Passo della morte è tristemente sotto gli occhi dei riflettori. Girare in tondo, come l’oca nell’omonimo gioco, torna ad avere un senso.

(In copertina una foto di repertorio di un’operazione della polizia a Ventimiglia)