Carne di Frankenstein, Coldiretti Liguria: «Nessun vantaggio per ambiente, animali e consumatori»

19 novembre 2021 | 09:05
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Carne di Frankenstein, Coldiretti Liguria: «Nessun vantaggio per ambiente, animali e consumatori»

«Solo abili strategie di marketing delle multinazionali»

Genova. Al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione Coldiretti smaschera i 5 segreti della carne di Frankenstein: «non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche; non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali; non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare; non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore; e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato».

«La prima bugia è relativa alla presunta salubrità della carne in provetta: l’alto tasso di proliferazione cellulare può indurre instabilità genetica delle cellule sostenendo la potenziale proliferazione di cellule cancerose sporadiche; inoltre, non c’è finora la garanzia che tutti i prodotti chimici necessari per la coltura cellulare siano sicuri nel contesto del consumo alimentare e c’è il rischio anche che si generi carenza nutrizionale associata al mancato consumo di proteine animali. Ma la carne Frankenstein non salva neppure l’ambiente né riduce gli impatti sui cambiamenti climatici: secondo un recente studio condotto da un gruppo di scienziati della Oxford Martin School, gli impatti ambientali della bistecca sintetica, cui è associato un intenso consumo di energia, potrebbero provocare nel lungo termine un maggiore riscaldamento globale; inoltre, il processo di produzione richiede consumi di acqua che sono di gran lunga superiori a quelli di molti allevamenti, producendo peraltro enormi quantità di molecole chimiche e organiche i cui residui sono altamente inquinanti per le risorse idriche secondo l’Inra French Institute for Agricultural Research» – fa sapere Coldiretti.

«Un’altra menzogna è che la carne artificiale elimini le sofferenze degli animali, ma in realtà per farla serve siero fetale bovino per la crescita alimentare in laboratorio, una coltura a base di cellule staminali di vitello: perciò, dopo che una vacca madre è stata macellata e squartata, il suo utero, che contiene il feto, viene rimosso (scegliendo solo quelli di età superiore a tre mesi altrimenti il cuore è troppo piccolo per perforarsi) e in tutto questo processo non viene somministrata alcuna anestesia. Ad ingannare è anche l’utilizzo di nomi, come “carne coltivata”, per costruire un percepito che rimanda alle piante, e quindi alla terra e alla salubrità. Al contrario, la carne sintetica è prodotta a partire da strisce di fibra muscolare, che crescono attraverso la fusione di cellule staminali embrionali all’interno di un bio-reattore utilizzando le tecniche di ingegneria tessutale praticate da diversi anni nella medicina rigenerativa. Il prodotto sintetico e ingegnerizzato è dunque il risultato di un processo di laboratorio che non ha nulla a che fare con il concetto di cibo» – aggiunge.

«Infine, si pensa che la carne sintetica possa sfamare la popolazione diventando una risorsa accessibile a tutti ma in realtà la tecnologia usata ha costi di ingresso elevati e rendimenti di scala crescenti. Gli investimenti nel campo della biologia sintetica stanno crescendo molto negli ultimi anni e i nomi più impegnati sono soprattutto noti per essere protagonisti del settore hitech e della nuova finanza mondiale: da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). Solo nel 2020 sono stati raccolti 366 milioni di dollari investiti nel settore della carne artificiale e negli ultimi 5 anni (2016-2020) gli investimenti sono cresciuti di circa il 6000%; inoltre, paradossalmente, queste iniziative private hanno incassato anche sostegni pubblici come nel caso dello stanziamento di 2 milioni di euro di fondi per la ripresa dal Covid concessi dall’Unione Europea a due aziende olandesi impegnate nella produzione di “carne” in laboratorio da cellule in vitro, la Nutreco e la Mosa Meat dove ha investito anche il famoso attore americano Leonardo DiCaprio che non ha certo bisogno dei soldi dei cittadini europei» – sottolinea.

«Le bugie della carne in provetta confermano che dietro i ripetuti e infondati allarmismi sulla carne rossa c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione – affermano Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato conferderale – Legare la produzione di cibo e la sua disponibilità all’accensione di un bio-reattore porta alla separazione degli attori chiave della filiera e marginalizza in particolare gli agricoltori e i consumatori, aumentando le disparità; non bisogna dimenticare, inoltre, che l’attività di allevamento non ha solo una funzione alimentare ma anche una rilevanza sociale e ambientale: quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori, soprattutto in zone svantaggiate».